Meteo e anomalie atmosferiche sono oggi due termini che vanno sempre più a braccetto. Negli ultimi anni stiamo assistendo a una trasformazione senza precedenti della situazione meteo globale, e l’Italia non è certo un’eccezione.
Il progressivo e sempre più evidente riscaldamento terrestre, conosciuto a livello scientifico come Global Warming, sta provocando alterazioni profonde e preoccupanti nel meteo, con ripercussioni dirette su temperature, precipitazioni, stagionalità e frequenza degli eventi estremi. Questo fenomeno sta cambiando radicalmente il volto del nostro Paese, con Estati roventi, Inverni sempre più miti, e una crescente alternanza tra nubifragi devastanti e periodi di siccità prolungata.
Riscaldamento Globale sotto gli occhi di tutti
Gli esperti sono concordi: il surriscaldamento globale ha raggiunto livelli allarmanti. A testimoniarlo sono i dati meteo rilevati su scala planetaria, che evidenziano un trend costante di aumento delle temperature medie annue. L’ultimo decennio è stato, senza ombra di dubbio, il più caldo mai registrato nella storia moderna. Dal 1880, anno da cui si dispone di una raccolta sistematica di dati meteorologici, non si erano mai registrati valori termici così elevati.
Basti pensare che i sette anni più recenti, compresi tra il 2018 e il 2024, sono stati anche i sette anni più caldi mai documentati. Tra questi, il 2023 e il 2024 spiccano per aver raggiunto picchi di calore straordinari. In Italia, il 2024 ha rappresentato l’anno più caldo degli ultimi due secoli, un dato che lascia poco spazio a interpretazioni.
Ondate di calore più forti, frequenti e durature
Nel nostro Paese, l’Estate ha subito una profonda trasformazione. Le stagioni estive sono oggi mediamente più calde rispetto al passato e sono scandite da numerosi episodi di caldo estremo, con temperature che superano frequentemente i 40°C, specialmente in città come Roma, Firenze, Bologna e nell’entroterra della Sardegna e della Sicilia. Non solo le ondate di calore sono aumentate in numero, ma risultano anche più persistenti e intense, con l’Alta Pressione che staziona a lungo sul Mediterraneo centrale, impedendo il passaggio delle perturbazioni atlantiche.
L’Anticiclone africano, in particolare, si spinge spesso verso Nord, portando con sé masse d’aria caldissima di origine sahariana. Questo fenomeno contribuisce a far salire i valori termici, non solo di giorno ma anche durante la notte, con le cosiddette notti tropicali, in cui la colonnina di mercurio non scende mai sotto i 25°C.
Gelo in ritirata, nevicate sempre più rare
Il volto degli Inverni italiani è anch’esso profondamente mutato. Il freddo pungente che caratterizzava le stagioni invernali degli anni ’70, ’80 e ’90 sembra ormai un lontano ricordo. Le temperature invernali sono oggi molto più alte della media, con episodi di gelo limitati a brevi parentesi e quasi esclusivamente relegati alle zone montane o all’estremo Nord-Ovest
Un’atmosfera sempre più instabile
L’effetto del riscaldamento globale non si limita all’aumento delle temperature. Il surplus di calore presente nell’atmosfera agisce come carburante, alimentando l’intensità e la frequenza dei fenomeni meteo estremi. L’energia termica accumulata nell’aria e nei mari rende l’intero sistema atmosferico molto più instabile e imprevedibile.
Il risultato è una maggiore tendenza al passaggio repentino da condizioni di tempo asciutto e stabile a situazioni meteorologiche violente, caratterizzate da piogge torrenziali, grandinate distruttive, forti raffiche di vento e persino trombe d’aria in aree dove un tempo erano eventi rari o del tutto sconosciuti. Le regioni del Centro-Nord, come Emilia-Romagna, Toscana e Veneto, sono state negli ultimi anni frequentemente colpite da questi episodi estremi.
Alternanza tra piogge torrenziali e siccità estrema
L’instabilità atmosferica generata dal Global Warming non si manifesta solo nei temporali violenti, ma anche in un’alternanza sempre più accentuata tra periodi di precipitazioni intense e lunghi momenti di siccità severa. I fronti perturbati che attraversano il Mediterraneo scaricano in poche ore la quantità di pioggia che una volta cadeva in diverse settimane, con conseguenti allagamenti, frane, e esondazioni dei fiumi.
Subito dopo, l’atmosfera può restare bloccata per settimane sotto l’effetto di un’Alta Pressione persistente, portando condizioni di secco prolungato e temperature anomale anche nei mesi tradizionalmente più freschi. Basti pensare alle ultime Primavere, in cui si sono registrate vere e proprie emergenze idriche in regioni come Piemonte, Lombardia e Liguria, mentre nel giro di pochi giorni fortissimi temporali hanno colpito duramente le stesse aree, provocando danni ingenti a coltivazioni, infrastrutture e abitazioni.
Fusione precoce dei ghiacciai
Le aree alpine e le zone montane italiane sono tra le più vulnerabili agli effetti del surriscaldamento globale. I ghiacciai delle Alpi stanno regredendo a un ritmo impressionante. Negli ultimi 20 anni, la superficie glaciale si è ridotta di oltre il 40%, e molti ghiacciai minori stanno letteralmente scomparendo. Il Ghiacciaio della Marmolada, ad esempio, ha perso oltre il 70% del suo volume e potrebbe sparire completamente entro pochi decenni.
Anche la fusione anticipata della neve in Primavera altera profondamente il bilancio idrico dei territori di valle, riducendo la disponibilità di acqua nei mesi estivi e aumentando il rischio di frane e valanghe. La mancanza di una copertura nevosa costante influisce anche sul microclima montano, rendendolo sempre più simile a quello delle aree collinari o pianeggianti.
Acque sempre più calde e tempeste più potenti
Il Mare Mediterraneo risente in maniera significativa del cambiamento meteo globale. L’aumento della temperatura superficiale delle acque, che in Estate può raggiungere anche i 30°C, modifica profondamente la dinamica dei venti e dei sistemi di bassa pressione, alimentando cicloni mediterranei di sempre maggiore intensità. I cosiddetti medicane, ovvero uragani mediterranei, sono ormai una realtà che si presenta con cadenza quasi annuale, colpendo in particolare le regioni meridionali, come Calabria, Puglia e Sicilia.
Queste tempeste violente, alimentate dal calore anomalo delle acque, portano con sé piogge torrenziali, venti a oltre 100 km/h e mareggiate devastanti, che mettono a rischio la sicurezza delle comunità costiere e causano ingenti danni alle infrastrutture portuali e turistiche.
Scenari sempre più incerti
Le proiezioni meteo-climatiche per i prossimi anni non lasciano spazio all’ottimismo. Se il trend attuale non verrà invertito, le temperature medie continueranno ad aumentare, i fenomeni estremi si intensificheranno, e le stagioni perderanno definitivamente la loro fisionomia tradizionale.
La frequenza degli eventi meteo violenti crescerà, rendendo sempre più difficile la previsione e la gestione delle emergenze meteorologiche. Il clima in Italia è impazzito, in cui il passato non è più un parametro affidabile per prevedere il futuro. La Primavera, l’Estate, l’Autunno e l’Inverno non sono più quelle che conoscevamo e il futuro sarà sempre peggio…
