
Entro nel vivo un nucleo d’aria fredda, che riporta condizioni meteo di vivace instabilità proprio in concomitanza dell’inizio di Aprile. Ancora una volta le Adriatiche e il Sud si trovano in prima linea, ma stavolta si tratta di un’irruzione più incisiva, con un netto tracollo delle temperature sulle aree coinvolte.
Non avremo solo rovesci e grandinate, ma anche il ritorno della neve sui rilievi, a tratti fino a quote basse per il periodo specie durante i fenomeni più intensi. Le conseguenze più evidenti, con riflessi tardo invernali, sono proprio attese per Martedì 1° Aprile e non è il cosiddetto scherzo del “pesce d’Aprile”.
I fiocchi di neve potrebbero spingersi a quote di bassa montagna, ma a tratti persino più in basso fin sotto i 1000 metri. Tra le zone più esposte figureranno le aree appenniniche di Marche, Abruzzo ed entroterra laziale, dove i fenomeni risulteranno più frequenti con rovesci forti che favoriranno il momentaneo calo della quota neve.
A sorpresa le precipitazioni coinvolgeranno in modo maggiore anche l’Appennino Emiliano e l’ovest Piemonte, ma inizialmente anche le aree più a nord dell’Alto Adige verso il confine. La neve in questi settori potrebbe sconfinare fino all’alta collina, visto che transiterà un “polo freddo” di -30°C a 500 hPa.
Freddo tardivo pronto a ripetersi tra il weekend e l’inizio della prossima settimana
C’è da dire che una simile colata fredda in pieno Inverno avrebbe portato la neve a quote molto basse, se non in pianura quanto meno sulle regioni adriatiche. Ora siamo in piena Primavera e questo fattore limita un po’ l’intensità del raffreddamento, ma dall’altro esalta l’instabilità e le precipitazioni.
I ritorni d’Inverno così tardivi li avevamo messi in conto già da settimane, come peraltro appariva probabile per via del Final Warming precoce del Vortice Polare. Probabilmente quello in corso non sarà l’unico episodio freddo con cui dovremo fare i conti nella prima decade di Aprile.
Un’altra irruzione artica potrebbe colpire l’Italia a partire da Domenica 6 Aprile. La traiettoria di questa nuova colata d’aria fredda non è ancora ben delineata, ma potrebbe seguire un’evoluzione simile all’impulso precedente, con effetti simili ma potenzialità di freddo persino superiori.
Come avvenuto spesso negli ultimi anni, le ondate di freddo tardive tendono a realizzarsi in Primavera dopo stagioni invernali completamente sottotono e questo crea rammarico agli amanti di freddo e neve. La stagione primaverile sembra essere quella che subisce meno gli effetti pesanti del riscaldamento globale.
