Si è già accennato in diverse nostre precedenti analisi sul medio lungo termine, al rischio di possibili colpi di coda invernali in questa fase di cambio stagionale tra l’inverno e la primavera.
Sono piuttosto consuete sortite di azioni fredde, che si configurano come colpi di coda invernali, nella prima parte della primavera, specie in un trend di cambiamento climatico come quello della nostra epoca, in cui spesso configurazioni invernali latitano in piena stagione fredda, si presentano, invece, nella sua coda o ancora più in là.
Dunque, i modelli matematici globali confermano questo rischio anche con le ultimissime emissioni.
Addirittura si fa strada l’ipotesi di una doppia azione di stampo invernale proprio con l’avvento di aprile. Una prima configurazione barica propensa alla discesa di correnti moderatamente fredde verso l’Italia, potrebbe attuarsi subito a inizio mese.
Per la prima parte della prossima settimana, infatti, dopo una protratta azione depressionaria anche abbastanza significativa e proprio sul bacino centrale del Mediterraneo, l’alta pressione euro-atlantica potrebbe conquistare spazi dai settori orientali oceanici verso l’Europa centrale.
Questo movimento da Ovest verso Est della figura stabilizzante dovrebbe apportare, da una parte, un progressivo miglioramento del tempo oltre che al Nord, già abbastanza al margine delle precipitazioni anche nella fase precedente, diffusamente su diversi settori centrali, specie tirrenici e anche insulari, proprio per inizio mese.
La posizione meridiana di blocco, tuttavia, che assumerebbe l’alta pressione, per di più non particolarmente spinta a Est, lascerebbe un varco aperto a correnti più fredde settentrionali verso le regioni del medio basso Adriatico e del Sud Italia.
Dunque, proprio nei primi giorni di aprile, ma con manovra che si attiverebbe già dal 31 marzo, potrebbe compiersi un “Raid” di un nucleo moderatamente freddo dal Nordest Europa verso il Mediterraneo centro-orientale, coinvolgente anche il medio-basso Adriatico e il Sud.
Su questi settori, continuerebbe l’instabilità, per di più senza interruzione da questi giorni e fino a tutto il weekend, in un quadro termico decisamente più freddino, però, rispetto alla fase precedente, con la perdita di altri 3/4 gradi e con l’intensificazione di venti di Bora e Tramontana.
Potrebbe non essere esclusa la possibilità di locali brevi fiocchi lungo i settori appenninici adriatici centro-meridionali fino a quote relativamente basse, 800/1000 m, magari con comparse occasionali, sulle area interne del medio Adriatico, anche fino a 600/700 metri.
Dunque, una incursione dal sapore invernale, sebbene di breve durata, limitata ai primi 2/3 giorni di aprile, e anche circoscritta, essenzialmente influente verso le aree del medio basso Adriatico e meridionali;
scarsa influenza altrove o del tutto assente, quindi con tempo anche ampiamente soleggiato sul resto dell’Italia.
Possibile configurazine barica media dal 7 al 12 Aprile
A seguire, qualche giornata di tempo migliore in via generale, per un temporaneo moderato rinforzo dell’alta pressione, ma già dal 6/7 Aprile, nuovo cedimento barico e altri disturbi instabili a matrice occidentale, con altre piogge sparse, in particolare al Centro Nord e sulle aree tirreniche.
Sul finire della prima decade di aprile, e poi verso l’inizio della seconda, si configurerebbe un secondo attacco instabile a carattere moderatamente freddo.
Al momento, le simulazioni matematiche indirizzerebbero questo secondo attacco, proveniente dal Nordest Europa, più verso i settori centrali continentali e, marginalmente, anche verso il Nord Italia, quindi in una configurazione barica non propriamente meridiana, ma con asse instabile freddo più direzionato a Ovest.
In questo contesto, la seconda, possibile azione fredda, potrebbe riguardare di più il Nord Italia, soprattutto i settori Alpini e centro orientali, meno le aree centro meridionali.
Sul Nord Italia, tornerebbe il rischio di fiocchi a quote medio-basse sulle aree alpine e ci sarebbe anche il rischio di qualche gelata tardiva fino alle alte pianura o sulle pianure settentrionali in genere più prossime ai rilievi.
In riferimento a questo secondo tentativo di azione fredda, data una maggiore distanza temporale, vi è, naturalmente, una maggiore alea circa il suo possibile indirizzamento:
magari, con dati più prossimi all’evento, potrebbe essere visto orientarsi anche più centrale sull’Italia, quindi con coinvolgimento freddo a più ampia scala e anche più corposo, come potrebbe essere visto in affondo più lontano, verso l’Est o il Nord Europa e poco coinvolgente l’Italia.
Dunque, sul secondo affondo freddo necessitano aggiornamenti con dati più affidabili nei prossimi giorni.
