Un’ondata di freddo intenso potrebbe spostarsi dal Nord America verso l’Europa, portando tempeste violente e possibili stravolgimenti nelle condizioni meteo. La situazione attuale sul continente americano è dominata da un contrasto estremo: un gelo eccezionale, con neve fino alla Florida, seguito da un’ondata di caldo anomalo. Questo scenario avrà ripercussioni anche sul clima europeo, dove l’inverno potrebbe finalmente tornare protagonista, seppure in modo instabile.
Un gennaio anomalo tra mitezza e piogge
Il mese di Gennaio non è riuscito a prendere un indirizzo meteo stabilmente invernale, alternando condizioni stabili di alta pressione ad altri piovosi, periodi miti ad altri freddi, con differenze sensibili nelle varie zone d’Italia. Le precipitazioni frequenti hanno caratterizzato l’ultima settimana, soprattutto al Nord e lungo le aree tirreniche, con temperature superiori alle medie stagionali soprattutto al Centro-sud. Questa situazione è il risultato di un flusso atlantico persistente che ha portato aria umida e mite, alternando maltempo a brevi periodi più stabili.
Le regioni settentrionali e quelle tirreniche, come la Liguria, la Toscana, il Lazio e la Campania, sono state investite da piogge intense e persistenti, con accumuli significativi causati dall’interazione tra le correnti umide atlantiche e i rilievi appenninici. Al contrario, le aree del Sud e quelle del medio-basso Adriatico hanno sperimentato un clima più asciutto, ma comunque mite, contribuendo a un contrasto climatico tra il Settentrione e il Meridione.
Neve solo a quote elevate e inverno in stallo
Nonostante la predominanza di un clima mite, alcune aree montane hanno registrato nevicate a quote medio-alte, soprattutto sull’arco alpino, dove la neve si è concentrata oltre i 1.200-1.500 metri. Tuttavia, il manto nevoso è risultato piuttosto scarso rispetto agli standard stagionali, penalizzando le attività legate al turismo invernale. Sull’Appennino, la situazione è ancora più critica, con nevicate rare e confinate alle altitudini maggiori, mentre le aree collinari continuano a essere interessate da clima mite e prevalentemente umido.
Febbraio potrebbe segnare un cambio di rotta
Secondo i principali modelli meteorologici, con l’arrivo di Febbraio si potrebbero verificare cambiamenti significativi. L’ipotesi più accreditata prevede una discesa di aria gelida dalle latitudini settentrionali verso l’Europa, con ripercussioni anche sull’Italia. Se confermata, questa configurazione potrebbe riportare temperature in calo, accompagnate da nevicate a quote più basse rispetto alle ultime settimane.
Un esempio significativo risale al Febbraio 2018, quando una forte ondata di gelo colpì l’Italia, portando nevicate eccezionali anche in città come Roma e Napoli e avvolgendo la Pianura Padana in un tipico scenario invernale fino a marzo inoltrato. Gli esperti meteo osservano attentamente gli sviluppi, poiché una simile configurazione atmosferica potrebbe ripetersi.
Nord America tra gelo e caldo anomalo: conseguenze per l’Europa
Sul Nord America, condizioni meteorologiche estreme stanno creando una situazione senza precedenti. Dopo un’ondata di gelo straordinario, che ha portato la neve persino in Florida, un repentino cambiamento sta introducendo un’anomalia termica calda su vaste aree del continente. Questi eventi estremi sono legati alla dinamica delle correnti atmosferiche e del jet stream, il quale, ondulandosi, sta spostando masse d’aria fredda verso l’Europa.
Questo cambiamento potrebbe innescare una serie di tempeste violente sul continente europeo, con venti intensi, piogge abbondanti e possibili nevicate sui rilievi. Gli esperti temono che il ritorno del freddo possa accentuare i fenomeni estremi, come accaduto in altre occasioni analoghe.
Un inverno che potrebbe esplodere a febbraio
L’Italia potrebbe assistere a un cambiamento meteo drastico con l’avanzare di febbraio. L’arrivo di correnti gelide potrebbe modificare rapidamente il quadro meteorologico, portando a un inverno rigido su molte regioni del Paese. Questa fase di transizione evidenzia ancora una volta quanto sia difficile prevedere l’evoluzione stagionale, in un contesto di cambiamento climatico che rende i fenomeni meteo estremi sempre più frequenti e imprevedibili.
