Questa trasformazione è strettamente legata ai cambiamenti climatici in corso, che stanno alterando profondamente il clima della regione.
Negli ultimi giorni, il litorale laziale è stato colpito da violente grandinate, seguite da mareggiate disastrose caratterizzate da onde alte fino a due metri e raffiche di vento che hanno raggiunto i 70 km/h.
Si tratta dell’ennesimo episodio estremo che segna un 2024 già tormentato da eventi climatici fuori norma. La causa principale di questi “temporali fuori stagione“, che solitamente si verificano tra la tarda primavera e l’estate, risiede nelle temperature insolitamente elevate dei mari italiani.
Attualmente, le acque del Mediterraneo registrano valori superiori alla media stagionale di ben 2-3 gradi, una condizione anomala che rappresenta una delle conseguenze più evidenti del riscaldamento globale.
Queste temperature marine elevate costituiscono un vero e proprio serbatoio di energia potenziale per lo sviluppo di temporali particolarmente intensi. In autunno e in inverno, infatti, il calore latente immagazzinato dalla superficie marina alimenta i fenomeni temporaleschi, rendendoli più violenti e aumentando il rischio di grandinate e, seppur più raramente, trombe d’aria.
Quando si verificano condizioni di instabilità atmosferica, l’energia termica e l’umidità rilasciate dal mare fungono da carburante per la formazione di temporali estremamente potenti. Questo meccanismo è simile a quanto osservato durante le recenti alluvioni che hanno colpito regioni come Liguria, Toscana, Emilia Romagna e Sicilia.
La situazione attuale evidenzia chiaramente come i cambiamenti climatici stiano alterando i modelli meteorologici tradizionali, portando a un aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi estremi anche in periodi dell’anno in cui erano storicamente meno comuni.
L’anomalia delle temperature marine non solo amplifica questi fenomeni meteo ma rappresenta anche un segnale allarmante della necessità di affrontare con urgenza le cause alla base del riscaldamento globale.
