Il 17 dicembre gli scienziati solari hanno osservato una rara eiezione di massa coronale (CME), caratterizzata da una velocità straordinaria che ha superato i 3.000 chilometri al secondo, una rapidità eccezionale che si verifica raramente, meno di una volta ogni dieci anni. Le CME sono espulsioni di plasma e campi magnetici dal Sole, che possono influenzare in modo significativo la Terra, specialmente quando si dirigono verso di essa.
Un fenomeno straordinario e le sue peculiarità
Il fenomeno è stato preceduto da due CME minori, descritte come “estremamente fotogeniche” dal Dr. Ryan French, un noto fisico solare. Tuttavia, è stata l’ultima eiezione a catturare l’attenzione per la sua velocità mai registrata prima, pari a 3.161 chilometri al secondo. Un simile evento avrebbe impiegato solo 18 ore per raggiungere il nostro pianeta, contro le 48 ore tipiche delle CME comuni.
Conseguenze di una CME diretta verso la Terra
Secondo il Dr. French, un fenomeno del genere, se diretto verso la Terra, avrebbe potuto scatenare una delle tempeste geomagnetiche più potenti degli ultimi decenni, con effetti devastanti. Tra le possibili conseguenze ci sarebbero stati blackout elettrici, danni ai trasformatori, e interferenze nei sistemi satellitari e nelle comunicazioni.
Sebbene questa CME non sia stata comparabile alla celebre tempesta Carrington del 1859, gli esperti avvertono che un evento simile oggi potrebbe causare disastri senza precedenti. Secondo uno studio della NASA del 2008, una tempesta geomagnetica della portata dell’evento Carrington potrebbe lasciare 130 milioni di persone negli Stati Uniti senza elettricità, con effetti a cascata su settori vitali come la distribuzione dell’acqua, la conservazione degli alimenti e i sistemi sanitari.
Impatti economici globali e stime dei danni
Il Lloyd’s di Londra, uno dei principali attori del settore assicurativo, ha calcolato che un evento paragonabile all’evento Carrington potrebbe provocare danni economici tra 600 miliardi e 2.600 miliardi di dollari a livello globale. Questi costi comprenderebbero sia i danni diretti alle infrastrutture, sia le perdite economiche dovute all’interruzione delle attività produttive e commerciali.
