Il gigantesco iceberg A23a, considerato il più grande e antico del mondo, sta scrivendo un nuovo capitolo della sua lunga storia. Con un peso di quasi un trilione di tonnellate e una superficie di 3.900 chilometri quadrati (paragonabile a due volte la Grande Londra), questo blocco di ghiaccio rappresenta uno dei fenomeni naturali più impressionanti dell’Antartide.
Una storia di immobilità e movimento
Staccatosi dalla piattaforma glaciale Filchner-Ronne nel lontano 1986, A23a rimase bloccato per oltre trent’anni sul fondale del Mare di Weddell, apparentemente inerte. Tuttavia, nel 2020, l’iceberg ha ripreso il suo viaggio, spinto dalle correnti oceaniche e dai cambiamenti climatici. L’inizio del 2024 ha segnato una nuova fase della sua movimentazione, con una rotazione osservata di 15° al giorno, un evento monitorato con grande attenzione dagli scienziati del British Antarctic Survey (BAS).
Le attuali previsioni indicano che A23a seguirà la Corrente Circumpolare Antartica, dirigendosi verso le acque più temperate intorno all’isola sub-antartica della Georgia del Sud. Qui, il contatto con le acque più calde accelererà la frammentazione dell’iceberg in blocchi più piccoli, destinati a sciogliersi progressivamente. Questo processo di disintegrazione rappresenta un fenomeno naturale ricorrente, ma la dimensione e la longevità di A23a lo rendono un caso particolarmente interessante per gli scienziati.
Impatti sull’ambiente e sull’ecosistema marino
Gli scienziati stanno studiando come A23a influenzi le acque circostanti durante il suo tragitto. Secondo la Dr.ssa Laura Taylor, biogeochimica a bordo della nave RRS Sir David Attenborough, gli iceberg di queste dimensioni possono svolgere un ruolo cruciale nel rilasciare nutrienti essenziali, come ferro e azoto, nelle acque oceaniche, trasformando zone altrimenti povere di vita in aree ecologicamente produttive.
L’analisi preliminare dei campioni raccolti dalle acque che circondano l’iceberg suggerisce che l’apporto di nutrienti potrebbe incentivare lo sviluppo di fitoplancton, organismi microscopici alla base della catena alimentare marina. Il fitoplancton, inoltre, svolge un ruolo significativo nell’assorbimento di anidride carbonica dall’atmosfera, contribuendo al bilancio del carbonio e al mitigamento del riscaldamento globale.
Un laboratorio naturale in movimento
La nave RRS Sir David Attenborough ha documentato da vicino il viaggio di A23a, raccogliendo campioni utili a comprendere non solo la traiettoria dell’iceberg ma anche il suo impatto sull’ecosistema. Questi studi fanno parte del progetto BIOPOLE, che mira a esplorare il complesso equilibrio tra ghiaccio, nutrienti oceanici e biodiversità nell’Oceano Meridionale.
Secondo il Dr. Andrew Meijers, oceanografo e co-leader del progetto OCEAN:ICE, la traiettoria di A23a potrebbe fornire nuove informazioni sul comportamento degli iceberg giganti e sul loro contributo alla dinamica oceanica. Il movimento dell’iceberg, oltre a rivelare i suoi effetti sugli organismi marini, offre un’occasione unica per studiare il ruolo dei ghiacci nel trasporto di nutrienti attraverso le correnti oceaniche globali.
Un simbolo del cambiamento climatico
L’esistenza e il viaggio di A23a sono anche un potente simbolo dei cambiamenti in atto negli ambienti polari. Gli iceberg, che si formano e si separano dalle piattaforme glaciali come risultato di processi naturali, stanno subendo un’accelerazione a causa del riscaldamento globale. Questo fenomeno non solo altera il paesaggio antartico, ma ha ripercussioni dirette sull’ecosistema marino globale e sul clima terrestre.
La storia di A23a è un chiaro promemoria della complessità e della fragilità degli ecosistemi polari, rendendo essenziale un monitoraggio continuo per comprendere meglio le dinamiche future dell’oceano e del clima.
