La struttura e la lunghezza del collo delle giraffe, una delle caratteristiche più distintive nel regno animale, sono state oggetto di studio per comprendere le forze evolutive che hanno plasmato tale tratto. Originariamente, Charles Darwin aveva ipotizzato che le giraffe avessero sviluppato colli lunghi per raggiungere le foglie degli alberi inaccessibili ad altre specie, dimostrando così i principi della selezione naturale. Tuttavia, una teoria alternativa suggeriva che il collo lungo fosse un adattamento legato alla competizione sessuale tra maschi.
Recenti ricerche condotte dal Professor Doug Cavener della Penn State University hanno fornito nuove insight su questa caratteristica. Analizzando giraffe Masai (Giraffa tippelskirchi) sia in cattività che in natura, il team di Cavener ha misurato le dimensioni relative di maschi e femmine, utilizzando foto pubblicamente disponibili e dati genealogici degli esemplari in cattività per determinare l’età.
I risultati hanno mostrato che, sebbene i maschi siano generalmente il 30% più grandi delle femmine e possiedano colli più larghi, le femmine hanno colli proporzionalmente più lunghi rispetto alla dimensione del corpo. Questo dato rende improbabile l’ipotesi che il collo lungo sia evoluto principalmente per la competizione tra maschi. Piuttosto, sembra che la necessità delle femmine di nutrirsi costantemente, essendo quasi sempre in gravidanza o allattamento, abbia guidato l’evoluzione di questa caratteristica. Le giraffe, essendo mangiatrici selettive, si alimentano solo delle foglie di poche specie di alberi, e un collo più lungo consente loro di accedere a risorse alimentari che altri non possono raggiungere.
Inoltre, il team ha osservato che i maschi, avendo colli più larghi, potrebbero trarre vantaggio durante i combattimenti con altri maschi, colpendosi reciprocamente con il collo. Ricerche future esamineranno se i maschi con colli più larghi hanno maggiori probabilità di riprodursi. È stata inoltre notata una differenza nelle proporzioni del corpo tra giraffe maschi e femmine, oltre alla diversità tra individui in natura e in cattività. Nei maschi in cattività, il 15% mostrava proporzioni corporee non tipiche, suggerendo che la selezione naturale e sessuale che modella queste differenze potrebbe essere meno intensa in ambiente controllato.
Questo studio non solo aiuta a risolvere un dibattito di lunga data, ma sottolinea anche l’importanza della conservazione dell’habitat delle giraffe, specialmente considerando che le giraffe Masai sono più a rischio di estinzione di quanto si pensasse in precedenza, a causa della perdita di habitat e del bracconaggio. La ricerca, pubblicata in accesso aperto su Mammalian Biology, evidenzia quanto sia cruciale proteggere l’ambiente naturale delle giraffe per preservare le condizioni che hanno permesso lo sviluppo di tratti così iconici.