Eh già, perché qui non si parla soltanto dell’Italia, no… Il discorso va evidentemente ampliato a tutta Europa, un discorso che ovviamente ha a che fare col caldo d’Africa, con quel caldo che prima era considerato l’eccezione ma che poi è diventato – ahi noi – la regola.
Un anno, il 2003, che resterà nella storia climatica europea. Fu l’anno dell’Estate più calda di sempre, non in termini assoluti quanto in termini di durata. Sì, perché la presenza dell’Anticiclone africano fu pressoché costante. Una presenza ingombrante, senza soluzione di continuità.
Si arrivò ad ottobre che il caldo era ancora intenso e ci si domandava, giustamente, cosa stesse accadendo. Non appena ci fu il cambiamento fu accolto da tutti con ardore, soprattutto fu accolto da tutti con la speranza che quel tipo di clima non si ripetesse più. Speranza vana, perché col passare degli anni la situazione è addirittura peggiorata.
Basterebbe rammentare quel che accadde l’Estate scorsa, oppure l’Estate prima, o quella prima ancora. Insomma, ogni Estate ha qualcosa da raccontarci. Qualcosa di anomalo, di insolito o forse no, forse sta diventando la solita “solfa”, forse sta diventando quella normalità climatica che non vogliamo accettare.
Fatto sta che quel mese di maggio di 21 anni fa cambiò per sempre la nostra percezione del caldo. Perché ci siamo abituati a temperature sempre più alte, perché ci siamo abituati a parlare di caldo anche quando è Inverno, o magari in Autunno, poi in Primavera. Insomma, le nostre abitudini sono cambiate, è evidente.
Abitudini che non vorremmo avere e c’è chi cerca evidentemente di ribellarsi, ma non siamo certo a noi a decidere quel che accadrà a livello climatico. Purtroppo non abbiamo queste capacità, l’unica cosa che possiamo fare è sperare che negli anni a venire la situazione si normalizzi. Non verso l’alto, piuttosto verso il basso.