La scoperta degli asteroidi attraverso il telescopio spaziale Hubble
La ricerca di asteroidi è un campo di studio che ha visto notevoli progressi negli ultimi anni, grazie all’utilizzo di tecnologie avanzate e alla partecipazione attiva di volontari in progetti di citizen science. Un esempio significativo di questo approccio è il progetto Hubble Asteroid Hunter, avviato nel 2019 da un gruppo di astronomi con l’obiettivo di identificare gli asteroidi nei dati di archivio del telescopio spaziale Hubble (Hst).
Il telescopio Hubble, con il suo diametro di 2,4 metri, è stato lanciato in orbita terrestre dallo Space Shuttle Discovery nel 1990. La sua orbita, caratterizzata da un apogeo di 524 km e un perigeo di 520 km, viene completata in soli 95 minuti. Durante il suo movimento attorno alla Terra, Hubble cattura immagini di nebulose, ammassi stellari e galassie, e occasionalmente anche di asteroidi. Questi ultimi, a causa del loro movimento e dei lunghi tempi di posa delle immagini, lasciano una traccia curva nell’immagine, a causa dell’effetto di parallasse generato dal rapido spostamento del telescopio nello spazio.
La curvatura delle tracce degli asteroidi può essere utilizzata per determinare la distanza e la forma dell’orbita di questi corpi celesti. Il metodo di misura della distanza basato sulla parallasse orbitale di Hubble è stato testato su asteroidi con distanza nota, ottenendo risultati coerenti con quelli forniti dal Jpl Horizons service. La maggior parte degli asteroidi “catturati” da Hubble si trova nella fascia principale, situata tra le orbite di Marte e Giove, che ospita circa 1,5 milioni di asteroidi noti.
La caccia agli asteroidi nei dati di Hubble
Il progetto Hubble Asteroid Hunter ha richiesto l’analisi di 37mila immagini riprese dal telescopio nell’arco di 19 anni. Il risultato è stato il ritrovamento di 1.701 tracce di asteroidi, di cui 1.031 completamente nuovi e non presenti nel database del Minor Planet Center. Tra questi, 454 hanno dimensioni inferiori a 1 chilometro, confermando le previsioni dei modelli evolutivi del Sistema solare che prevedono la presenza di numerosi frammenti di piccole dimensioni generati da collisioni nella fascia principale.
Il progetto ha coinvolto 11.482 volontari che hanno fornito quasi due milioni di identificazioni, utilizzate per addestrare un algoritmo di machine learning in grado di identificare automaticamente gli asteroidi. Tra gli asteroidi individuati nelle immagini di Hubble, sono stati rilevati anche 45 potenziali comete e 74 potenziali asteroidi near-Earth.
Il lavoro di ricerca continuerà con l’analisi fotometrica delle tracce lasciate dagli asteroidi per studiarne le proprietà, come i periodi di rotazione. Questo approccio rappresenta un esempio di come la collaborazione tra scienziati e cittadini possa contribuire in modo significativo alla conoscenza del nostro Sistema solare e alla scoperta di nuovi corpi celesti.
Per approfondire: “Hubble Asteroid Hunter III. Physical properties of newly found asteroids”, pubblicato su Astronomy & Astrophysics.