Da sempre le previsioni meteo di masse d’aria fredda provenienti da est hanno ottenuto le peggiori performance da parte dei modelli matematici di previsione. L’attenzione per tali eventi atmosferici è molto elevata, essendo il freddo da est quello il più intenso, quello che va a generare le maggiori ondate di gelo in Italia.
Quella dei venti orientali invernali è una condizione atmosferica di elevato interesse per via delle conseguenze che può avere sulla quotidianità, in quanto il gelo da est non solo determina basse temperature, che in inverno vuol dire valori sottozero anche di vari gradi centigradi, ma anche nevicate soprattutto se si interponesse ad un’area di bassa pressione.
Sovente, quando vengono annunciate ondate di freddo da est, utilizziamo i massimi toni di cautela nel dare la possibilità che tale evento atmosferico si realizzi. Ma è più che ovvio che vengano rilanciati numerosi aggiornamenti meteo su questo argomento, essendo fenomeni atmosferici di alto impatto. Non stiamo parlando di una perturbazione oceanica che transita e poi va via, bensì di quelle condizioni meteo che creano anche grossi disagi.
L’Italia non è un Paese abituato ad avere la neve in casa. In linea teorica, almeno una volta, la neve dovrebbe cadere ogni anno sino a bassa quota, anche in pianura, un po’ in quasi tutta Italia, ad eccezione dell’estremo Sud. I cambiamenti climatici hanno ridotto sensibilmente il numero delle nevicate nelle regioni a clima temperato mite come il nostro. Ciò in parte è dovuto alle fluttuazioni del clima, ma anche dai cambiamenti derivanti dall’aumento della temperatura globale.
Ma il tempo è sempre cambiato, la storia ci insegna che la mutevolezza del clima si è sempre avuta. Ai giorni d’oggi siamo molto meno vulnerabili rispetto al passato ai mutamenti del clima. Ma attenzione, per clima non si intende il tempo che fa per poche settimane, ma quello di mesi e mesi se non anni.
Ondate di gelo storiche in passato procuravano carestia. La siccità e il caldo estremo grossi incendi e mancanza d’acqua. La scorsa estate abbiamo avuto una stagione molto calda con una siccità che soprattutto sulle regioni settentrionali, è stata di rilevanza storica, eppure non c’è stata nessuna carestia.
Stiamo vivendo un inverno con una gravissima crisi energetica, eppure il gas e l’energia elettrica nelle nostre case ci sono, anche se le bollette sono elevate. Nei Paesi ricchi come il nostro riusciamo da affrontare le emergenze ben più che altrove.
Ma torniamo al freddo che farà. Innanzitutto, le temperature sono sopra la media, e in questo primo scorcio di fine settimana arriverà aria più mite, e di conseguenza con l’arrivo dell’aria più fredda che verrà da est già domenica, avremo un brusco abbassamento della temperatura che sarà anche di oltre 10 °C. Dunque, la sensazione di freddo sarà inizialmente accentuata dalla differenza di temperatura.
L’entità esatta dell’ondata di freddo non è definibile con precisione da oggi, ma riteniamo che non sarà niente di straordinario. D’altronde, è innescata da una fluttuazione del Vortice Polare e non da un’inversione delle correnti del medesimo per uno Stratwarming.
Saremo molto distanti da quei fenomeni meteo estremi del passato di cui abbiamo raccontato, e che continueremo a descrivere nei prossimi giorni. Raffigurare cosa avvenne nel passato ci dà un’idea dell’entità del meteo estremo che si potrebbe concretizzare nell’ipotesi di manifestazioni atmosferiche estreme. Pertanto, è opportuno ricordare il tempo del passato per definire come affrontare quello del futuro in caso di condizioni meteo straordinarie.
Nel 2012, a Febbraio, quel freddo iniziò a preoccupare anche perché non se ne vedeva la fine, e già la situazione in varie regioni diventava insostenibile. E non siamo molto distanti da quel periodo, sono trascorsi undici anni. Qualche anno dopo, una forte nevicata mandò in blackout energetico un’ampia area delle basse colline emiliane e romagnole per giorni.
L’oggi non è ieri, e anche se alcuni modelli matematici sobbalzano prospettando ampie variazioni da una loro emissione all’altra, questo non vuol dire che l’evento meteo è stato rettificato, ma che siamo in quella fase in cui avremo maggiori informazioni sulla rotta e l’intensità della fase di freddo che verrà da est, oltre che di eventuali fenomeni, e quindi anche di cadute di neve.
Seguiteci con i prossimi aggiornamenti meteo, ciò per avere informazioni più precise, e soprattutto i perché del tempo che avremo.
MAPPE E MODELLI
Qui nel seguito vediamo dall’ultima elaborazione del modello matematico per un periodo di previsione ragionevolmente breve, alle precedenti elaborazioni per lo stesso momento.
Si nota una riduzione di entità del freddo previsto, cosa abbastanza normale quando ci sono proiezioni di questa natura, ma non del tutto ovvia. Noterete che l’ultimissima proiezione accentua di nuovo il freddo, e probabilmente lo faranno anche le successive, fintanto che avremo una rotta e intensità man mano più raffinate. Ma niente è da dare per scontato quando arriva il freddo da oriente.