Un italiano a Dubai. Mi sono trasferito ed ecco la mia vita

(METEOGIORNALE.IT) Un italiano a Dubai, intervista. Quando ho annunciato ai miei amici che mi sarei trasferito a Dubai, le reazioni sono state le più disparate: c’è chi immaginava solo lusso sfrenato e chi pensava a un deserto senza vita. La realtà che ho scoperto ha superato ogni immaginazione, rivelando una città che sfida ogni pregiudizio e ridefinisce completamente il concetto di modernità.

 

Il clima desertico di Dubai è un’esperienza totalizzante che ti insegna a ripensare completamente il tuo rapporto con l’ambiente. Le temperature estive che superano facilmente i 45 gradi non sono solo numeri su un termometro, ma una forza della natura che plasma la vita quotidiana di ogni abitante. Ho imparato che qui esiste un’arte sottile nel timing: svegliarsi prima dell’alba per una corsa sulla spiaggia di Jumeirah, approfittare delle prime ore del mattino per qualsiasi attività all’aperto, e poi rifugiarsi negli spazi climatizzati durante le ore centrali della giornata.

 

Ma i cieli tersi di Dubai offrono compensi straordinari. La chiarezza dell’aria è tale che la visibilità sembra infinita, e i tramonti dipingono l’orizzonte con sfumature di arancione e rosa che si riflettono sulle superfici vetrate dei grattacieli, creando uno spettacolo di luci che cambia ogni sera. Durante i mesi invernali, quando le temperature scendono a livelli perfetti, la città si trasforma in un paradiso all’aperto dove ogni momento passato sotto il sole diventa un lusso prezioso.

 

La modernità dei grattacieli scintillanti non è solo architettura, ma una dichiarazione di intenti. Il Burj Khalifa, che domina lo skyline come una freccia puntata verso il cielo, non smette mai di impressionarmi. Ogni volta che lo guardo dalla terrazza del mio appartamento, realizzo di vivere in una città che ha scelto di non avere limiti. Ma non è solo l’altezza a colpire: è la precisione ingegneristica, l’audacia del design e la capacità di creare strutture che sembrano sfidare le leggi della fisica.

 

I centri commerciali qui sono vere e proprie città nel deserto. Il Dubai Mall non è semplicemente un luogo dove fare shopping, ma un universo parallelo dove puoi sciare su vere piste da sci al Dubai Ski, ammirare squali nell’acquario più grande del mondo, o perderti tra fontane danzanti che si muovono a ritmo di musica. Ho scoperto che questi spazi rappresentano l’ingegno umano applicato al comfort: in un ambiente dove il caldo estremo renderebbe impossibile molte attività, l’uomo ha creato oasi climatizzate che offrono ogni tipo di esperienza immaginabile.

 

Il mix culturale di Dubai è probabilmente l’aspetto più affascinante della città. Camminando per il souq dell’oro nel quartiere di Deira, posso sentire conversazioni in arabo, hindi, tagalog, inglese e francese nel giro di pochi metri. Ogni nazionalità porta con sé tradizioni culinarie, celebrazioni e modi di vivere che si intrecciano creando una trama culturale ricchissima. Nel mio condominio convivono famiglie indiane, executive britannici, imprenditori libanesi e artisti iraniani, ognuno contribuendo a creare una comunità cosmopolita unica al mondo.

 

La convivenza tra tradizione e innovazione è ciò che rende Dubai davvero sorprendente. Al mattino posso attraversare i creek tradizionali con le abra, le barche in legno che da secoli collegano le due sponde del fiume, e nel pomeriggio trovarmi a testare le auto volanti che stanno sperimentando per il trasporto pubblico del futuro. Nel quartiere storico di Al Fahidi, le case in corallo e argilla raccontano la storia di una comunità di pescatori e commercianti di perle, mentre a pochi chilometri di distanza il Museum of the Future espone tecnologie che sembrano uscite da un film di fantascienza.

 

Vivere a Dubai significa abbracciare un ritmo di vita frenetico ma organizzato. La città funziona con un’efficienza svizzera applicata alla grandezza americana: i servizi pubblici sono impeccabili, la sicurezza è totale, e l’innovazione è costante. Ho imparato che qui il concetto di impossibile semplicemente non esiste. Se vogliono costruire isole artificiali a forma di palma, lo fanno. Se decidono di creare il centro commerciale più grande del mondo, lo realizzano.

 

Dubai mi ha insegnato che il futuro non è qualcosa che aspettiamo, ma qualcosa che possiamo costruire con visione, determinazione e rispetto per le diverse culture che si incontrano. Ogni giorno qui è un equilibrio sorprendente tra l’eredità del passato e le promesse del domani. (METEOGIORNALE.IT)

Gli articoli di Meteo Giornale sono su Google News, seguici Gratis!
Segui il nostro feed
Exit mobile version