Questo intenso peggioramento, previsto tra il fine settimana e l’inizio della prossima, sarà il risultato dell’arrivo di un fronte di aria gelida di origine artica, che irromperà sul bacino del Mediterraneo dopo aver attraversato l’Europa settentrionale.
L’inizio del cambiamento sarà evidente già venerdì 10 gennaio, quando i venti inizieranno a disporsi dai quadranti settentrionali. Il Maestrale soffierà con forza sulla Sardegna, per poi estendersi al medio e basso Tirreno.
Tuttavia, il picco della tempesta si verificherà tra sabato 11 e domenica 12 gennaio, con l’irruzione di aria artica che favorirà la formazione di un ciclone mediterraneo centrato sul mar Tirreno.
Questa configurazione darà origine a un deciso rinforzo dei venti freddi: Tramontana sulla Liguria, Grecale e Bora principalmente sul versante adriatico ma anche su Toscana, Lazio e Campania, con raffiche che supereranno i 100 km/h.
L’effetto combinato delle basse temperature e dei venti intensi intensificherà il freddo percepito, un fenomeno noto come wind chill. Questo si verifica quando il vento rimuove lo strato di aria calda che avvolge naturalmente la pelle, accelerando la dispersione del calore corporeo.
Di conseguenza, la temperatura percepita sarà molto inferiore a quella reale, rendendo l’atmosfera particolarmente rigida e ostile.
Le condizioni atmosferiche daranno vita a bufere di neve nelle regioni centro-meridionali, con nevicate a quote bassissime su Romagna, Marche, Abruzzo e Molise.
In queste aree, la combinazione di venti fortissimi e neve abbondante creerà condizioni invernali estreme, con accumuli significativi e visibilità ridotta. Domenica 12 gennaio sarà la giornata più critica, con il massimo dell’intensità del maltempo e del freddo, anche a causa del wind chill.
Questo fenomeno si verifica quando il vento spazza via lo strato di aria calda che normalmente avvolge la pelle, favorendo una rapida dispersione del calore corporeo. In queste condizioni, la temperatura percepita risulta significativamente inferiore rispetto a quella reale.
Per esempio, con una temperatura effettiva di 3°C e un vento che soffia a 90 km/h, la percezione termica può scendere fino a -6°C o addirittura a valori inferiori. Questo rende l’atmosfera particolarmente rigida e ostile, amplificando la sensazione di freddo e aumentando il disagio nelle aree esposte ai venti più intensi.
Questo scenario rappresenta una fase di grande dinamicità atmosferica per l’Italia che richiede attenzione, soprattutto nelle regioni più esposte ai venti, alle nevicate e al meteo estremo.
