Le regioni del Sud continuano a fare i conti con severe condizioni meteo causate da un’irruzione fredda di stampo Artico che ha dato vita a un ciclone stazionario sul basso Tirreno. Questa depressione è la principale responsabile delle piogge diffuse che stanno interessando molte città del meridione, mentre la neve ricopre l’Appennino fino a quote alto collinari.
Spostandosi verso il Nord Italia, la situazione meteo cambia radicalmente. Ad eccezione di Molise e Abruzzo, dove si registrano alcune nevicate in Appennino e un clima decisamente invernale, nel resto del Centro-Nord prevale la quasi totale presenza del sole.
Anticiclone imponente
Il merito di questa stabilità meteo va all’imponente anticiclone che sta sovrastando gran parte dell’Europa centro-settentrionale e parte della nostra penisola. È proprio questo anticiclone a favorire l’eccezionale ondata di maltempo al Sud Italia, che resta una situazione anomala rispetto al resto del continente. Infatti, mentre il Sud sperimenta freddo e maltempo da pieno inverno, gran parte dell’Europa occidentale e la Gran Bretagna godono di tempo stabile e temperature superiori alle medie stagionali.
Italia spezzata in due
L’Italia è letteralmente suddivisa in due blocchi meteorologici. Al Sud, troviamo maltempo, aria fredda e un clima invernale, mentre il Nord e gran parte delle regioni centrali sono caratterizzati da un tempo più stabile e soleggiato, anche se con freddo intenso durante le ore notturne. La pioggia e la neve continueranno a evitare le regioni settentrionali per almeno i prossimi 7 giorni.
Questo estremismo meteo sarà il protagonista almeno fino al 22 gennaio. Solo dopo questa data potrebbe riaprirsi la porta atlantica, favorendo il ritorno delle perturbazioni da ovest. Questo cambiamento sarebbe una vera e propria boccata d’ossigeno per il Nord Italia e, in particolare, per l’arco alpino.
Tutti i principali centri meteo concordano sulla possibilità del ritorno delle perturbazioni atlantiche nella terza decade di gennaio. Queste favorirebbero non solo l’arrivo della neve sulle Alpi, ma anche potenzialmente a quote basse sulla Valpadana, segnando un ritorno a condizioni più in linea con la stagione invernale.
