La vita sulla Terra rappresenta l’unico esempio conosciuto di biologia nell’universo, ma gli astrobiologi, scienziati impegnati nello studio della vita aliena, si interrogano su possibili forme di esistenza al di fuori del nostro pianeta. Attraverso ricerche avanzate, cercano di definire leggi universali che possano spiegare l’origine e lo sviluppo di sistemi biologici, terrestri ed extraterrestri.
Gli studi suggeriscono che le forme di vita più comuni al di fuori della Terra potrebbero essere microbiche, poiché le cellule singole si formano con maggiore facilità rispetto agli organismi complessi. Tuttavia, non si esclude la presenza di forme di vita più avanzate. Per questo motivo, un team internazionale sta progettando messaggi per eventuali civiltà aliene.
Esopianeti e zone abitabili: nuove possibilità di vita
Dal 1995, anno della scoperta del primo esopianeta, sono stati individuati più di 5.000 pianeti che orbitano attorno a stelle lontane. Molti di questi mondi sono rocciosi e simili alla Terra, situati nelle cosiddette zone abitabili. Queste regioni consentono la presenza di acqua liquida, considerata essenziale per lo sviluppo di forme di vita paragonabili a quelle terrestri.
Secondo recenti studi, nella nostra galassia potrebbero esistere circa 300 milioni di pianeti con condizioni favorevoli alla biologia. Tuttavia, definire cosa costituisca la vita rimane una sfida aperta. La NASA descrive la vita come una “reazione chimica autosufficiente capace di evoluzione darwiniana“, evidenziando la necessità di un sistema complesso in grado di adattarsi all’ambiente.
Evoluzione terrestre come modello per il cosmo
La vita sulla Terra si è evoluta da organismi unicellulari a specie complesse, inclusi gli esseri umani. Gli astronomi utilizzano tecnologie come la spettroscopia per analizzare le atmosfere degli esopianeti alla ricerca di segnali chimici che indichino la presenza di vita.
Le domande fondamentali però rimangono: l’evoluzione darwiniana è un fenomeno universale? Quali processi chimici possono portare alla creazione di sistemi biologici al di fuori della Terra?
Nel 2024, un incontro scientifico ha discusso l’ipotesi che leggi simili a quelle dell’evoluzione darwiniana possano regolare un’ampia gamma di sistemi fisici oltre a quelli biologici. In biologia, l’informazione genetica, come le sequenze nucleotidiche del DNA, svolge un ruolo cruciale nello sviluppo degli organismi.
Oltre il DNA: nuove frontiere per la definizione della vita
Non tutte le forme viventi terrestri presentano la stessa complessità genetica. Alcuni microbi, ad esempio, mostrano genomi più densi e ottimizzati rispetto a piante o animali. Questo suggerisce che la complessità biologica potrebbe non essere direttamente legata all’evoluzione avanzata.
La teoria universale della vita rimane indefinita. Essa considera concetti come complessità e archiviazione di informazione, ma non necessariamente legati al DNA o alle strutture cellulari conosciute. Gli astrobiologi, tra cui William Bains e Sara Seager, hanno analizzato migliaia di molecole che potrebbero indicare forme di vita basate su solventi diversi dall’acqua, come acido solforico o anidride carbonica liquida.
Forme avanzate di vita: il mistero dell’alterità
Le civiltà aliene avanzate potrebbero essere talmente diverse da risultare irriconoscibili. Strategie alternative di ricerca includono l’identificazione di tracce minerali sulle superfici degli esopianeti o la rilevazione di segni di attività industriale, come luci artificiali o inquinanti atmosferici.
Il percorso verso la comprensione e il riconoscimento di vita extraterrestre è ancora lungo e incerto, ma ogni passo ci avvicina a scoprire se la vita è davvero un fenomeno universale o una peculiarità esclusiva del nostro pianeta.
