Dopo tre anni di una Nina potente ed interminabile, il NOAA comunica che ci sono segnali di un cambiamento molto importante nell’Oceano Pacifico centrale. Le temperature superficiali oceaniche stanno invertendo la rotta e l’indice SOI ha finalmente raggiunto valori negativi. Questo è un indicatore dello sviluppo del fenomeno opposto alla Niña: El Niño.
L’indice SOI, o Southern Oscillation Index (Indice dell’Oscillazione Meridionale), è una misura della differenza di pressione atmosferica tra l’Oceano Pacifico occidentale e orientale. Esso è utilizzato per monitorare e prevedere le variazioni del sistema climatico El Niño-Southern Oscillation (ENSO), che è caratterizzato dall’alternanza tra i fenomeni El Niño e La Niña.
L’indice SOI viene calcolato come la differenza normalizzata di pressione tra le stazioni di Tahiti, nella Polinesia francese, e Darwin, in Australia. Un valore SOI positivo indica una pressione atmosferica più alta a Tahiti rispetto a Darwin, il che è associato alle condizioni di La Niña. Al contrario, un valore SOI negativo indica una pressione atmosferica più bassa a Tahiti rispetto a Darwin, il che è associato alle condizioni di El Niño.
Le condizioni di El Niño e La Niña hanno un impatto significativo sul clima globale, influenzando le temperature, le precipitazioni e gli eventi meteorologici estremi in varie parti del mondo. Pertanto, monitorare l’indice SOI è importante per comprendere e prevedere le variazioni climatiche e i loro effetti su scala globale.
La Nina è stata imputata di aver creato forti anomalie climatiche in varie zone del globo, tra cui la siccità che è persistente da circa tre anni sull’Italia, ma anche su varie Nazioni dell’Europa Occidentale. Se vi sarà una vera e propria inversione di tendenza riguardo alle precipitazioni lo vedremo nei prossimi mesi, anche se c’è da dire che difficilmente il gap potrà essere colmato nel corso della stagione estiva mediterranea che vede una fortissima contrazione delle piogge ad eccezione dell’area alpina e prealpina dove si manifesta il picco massimo annuale.
Col SOI positivo, come c’è stato per tre anni è tipico di un evento di La Niña. Gli effetti di La Niña sono quelli di avere precipitazioni superiori alla norma sull’Australia orientale e settentrionale (colpita in questi anni da frequenti alluvioni). Col SOI negativo la situazione si inverte, si sviluppa El Niño e le alluvioni colpiscono la parte opposta del Pacifico.
Pertanto, il valore finalmente negativo dell’indice SOI, dopo ben tre anni, è un segnale di una inversione di tendenza riguardo alle precipitazioni e annuncia la comparsa di El Niño. Se questo fenomeno si svilupperà, potrà portare ad una riduzione della siccità in Italia e in altre zone del mondo.
È fondamentale sottolineare che gli effetti di El Niño sono imprevedibili e potrebbero variare da una regione all’altra del globo.
Inoltre, è importante ricordare che il cambiamento climatico sta avendo un impatto importante sulla frequenza e l’intensità dei fenomeni meteorologici estremi in tutto il mondo, indipendentemente dalla presenza di El Niño o La Nina.
El Niño è un fenomeno climatico periodico che coinvolge l’interazione tra l’atmosfera e l’oceano nell’Oceano Pacifico equatoriale. È caratterizzato da un’anomala e prolungata elevazione delle temperature delle acque superficiali dell’Oceano Pacifico orientale e centrale, che a sua volta influenzano i modelli atmosferici e i regimi meteorologici globali. El Niño fa parte di un fenomeno più ampio conosciuto come El Niño-Southern Oscillation (ENSO), che include anche la fase opposta, chiamata La Niña.
El Niño si verifica solitamente a intervalli irregolari, ogni 2-7 anni, e può durare da alcuni mesi fino a un paio d’anni.
Al momento, le speranze di un ritorno alla normalità della siccità storica che interessa soprattutto il Nord Italia, sono relegate a diversi indici di comportamento del clima, tra cui El Niño. Ma per noi è fondamentale che l’indice N.A.O., ovvero la North Atlantic Oscillation (Oscillazione Nord-Atlantica), che accentua o riduce la variabilità climatica nell’area dell’Oceano Atlantico settentrionale, sia favorevole, e sospinga le perturbazioni oceaniche verso l’Italia.
In conclusione, il ritorno di El Niño è un segnale positivo per la fine della Niña e seguiremo gli sviluppi.