REPORTAGE METEO E CLIMA
L’appendice di marzo
Gli ultimi giorni del febbraio 1956 l’ondata di gelo cessò e si avviò la fase di disgelo. Ma le sorprese non erano ancora finite, perché quella tremenda ondata di freddo portò a una serie di strascichi nel clima italiano ed europeo.
Innanzitutto le conseguenze immediate del disgelo. La massa di neve accumulata in gran quantità si sciolse rapidamente durante i primi giorni di marzo, determinando le piene dei grandi fiumi europei e conseguenti alluvioni.
Successivamente, tornò il freddo e con esso, nuovamente, la neve a Roma. Le condizioni tornarono pienamente invernali in tutta Italia a causa di un polo freddo giunto dai Balcani e una nuova fase di emergenza colpì il Centro-Sud a causa delle ingenti nevicate.
Tutta la primavera fu poi caratterizzata da altri ritorni tardivi di freddo, l’estate fu assai fresca e in autunno il freddo giunse di nuovo precoce. Tutto l’anno 1956 fu, in breve, assai più freddo del normale e uno degli anni più freddi dell’intero XX secolo e il più freddo della seconda metà del secolo.
Inizio marzo con le alluvioni in Europa
Alla fine della prima settimana di marzo, la situazione è critica per la piena dei fiumi in Germania e Austria, tanto più che la pioggia che continua a cadere ingrossa ulteriormente il Danubio.
La parte bassa di Passau, città bavarese situata su una penisola circondati dai fiumi Danubio, Inn e Ilz, è allagata e 2500 persone hanno abbandonato le loro case.
In Baviera, il Danubio straripa in vari punti, portando con sé grossi blocchi di ghiaccio.
A Bonn il Reno cresce rapidamente di livello e arriva a lambire l’ingresso del parlamento tedesco (all’epoca Bonn era la capitale della cosiddetta Germania Ovest).
In Austria il Danubio fa paura a causa dei grossi blocchi di ghiaccio galleggianti che cominciano a muoversi e far salire ulteriormente il livello del fiume minacciando la città di Linz.
Numerosi straripamenti, a causa delle piogge degli ultimi giorni, interessano i corsi d’acqua della provincia di Salisburgo. Sulle Alpi, invece, si abbattono nuove abbondanti nevicate.
In Slovacchia, l’esercito “bombarda” il ghiaccio presente sul fiume Vah nel tentativo di far defluire meglio le acque.
In Belgio è in piena la Mosa e altri fiumi minori, e molti centri sono allagati.
In Francia molti dei principali fiumi e innumerevoli corsi minori hanno rotto gli argini a causa del disgelo.
Intanto, si prepara una nuova forte ondata di freddo…