Il pianeta Vulcano di Star Trek, scoperte inedite

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Qualche anno fa astronomi hanno condiviso con entusiasmo la notizia della scoperta di un candidato esopianeta attorno alla stella 40 Eridani A, che ha avuto un significato speciale soprattutto per chi segue Star Trek. Parliamo del sistema stellare da cui ha origine Vulcano, il pianeta da cui provengono Spock, T’Pol e innumerevoli altri personaggi, ma sembra destinato a diventare un’opera di finzione. Insomma, non esisterebbe, o non esiste.


 

L’esistenza di 40 Eridani b (Vulcano) è stata da tempo messa in discussione. La sua presenza fu stabilità sulla base di una tecnologia chiamata velocità radiale. Quando un pianeta orbita attorno a una stella, la sua gravità lo spinge in movimento, creando oscillazioni nella sua luce. Questo è stato utilizzato con successo in molti radiosondaggi, ma non può garantire una percentuale di successo del 100%. I processi interni di una stella generano oscillazioni simili, e quindi anche azioni di disturbo a questa forma di censimento.

 

In effetti, un po’ di scetticismo derivava dai dati: la stella ruota sul proprio asse nello stesso momento in cui il pianeta orbita attorno alla stella. Uno studio del 2021 ha mostrato che si trattava di un falso positivo, mentre un altro studio dell’anno successivo non è riuscito a concludere in un modo o nell’altro. Il nuovo lavoro concorda sul fatto che il rilevamento sia stato effettivamente un falso positivo e che quello che si ritiene sia un effetto planetario è solo una proprietà della superficie della stella, nota anche come HD 26965.

Il team ha visto il segnale di velocità radiale visto nelle precedenti osservazioni, ma ha anche monitorato l’attività della stella e ha scoperto che i periodi dei due rilevamenti erano molto ravvicinati.

 

“La vicinanza dei due rilevamenti ci ha permesso di classificare in modo inequivocabile questo rilevamento RV come un’attività”, hanno scritto gli autori nell’articolo.  “L’abbiamo quindi classificato come un segnale falso positivo”.

 

Quindi sembra che sia un addio a Vulcano. Il lavoro non ha lo scopo di confutare la loro esistenza, ma in realtà fa parte di uno studio più ampio su quanto bene conosciamo le nostre stelle ed esopianeti più vicini alla Terra. La ricerca potrebbe essere considerata la base per un futuro telescopio spaziale che studierà i pianeti vicini alla zona abitabile: l’Habitable Worlds Observatory.

 

Prima di costruire un tale telescopio, è importante sapere quali proprietà di stelle e pianeti può studiare. Il gruppo di scienziati ha quindi analizzato tutti i dati disponibili su 100 stelle che hanno il potenziale per ospitare pianeti che possiamo immaginare con questo osservatorio futuristico. Tuttavia, alcuni di essi si sono rivelati inesistenti.

 

I pianeti conosciuti come “Vulcaniani tendono a non esistere”: gli astronomi avevano ipotizzato l’esistenza di un altro Vulcaniano all’interno dell’orbita di Mercurio, ma Einstein dimostrò che non esisteva.

 

L’articolo originale è disponibile su ArXiV.


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