Il professore ordinario di automazione nei veicoli del Politecnico di Milano, Sergio Savaresi, ha dichiarato in un’intervista rilasciata all’agenzia di stampa ANSA che l’idea di vietare le auto inquinanti dal 2035, suggerita dal Parlamento Europeo è stata una “forzatura”. Secondo il professore, sarebbe stato più razionale dare un obiettivo da raggiungere, lasciando a ognuno la possibilità di scegliere la tecnologia migliore per arrivarci piuttosto che imporre una tecnologia specifica.
Per fare il grande salto verso l’elettrico, Savaresi suggerisce di passare a un modello di mobilità a servizio basato su auto a guida autonoma, una sorta di car sharing evoluto. Questo modello consentirebbe di ottimizzare la posizione delle auto e ridurre lo spreco di batterie per auto elettriche con grandi autonomie. Inoltre, la ricarica delle auto elettriche sarebbe molto impegnativa per il singolo privato e richiederebbe la presenza di colonnine nelle città.
L’auto elettrica sarebbe quindi più adatta a un modello di mobilità a servizio, una forma più evoluta del car sharing, basata sull’impiego di auto a guida autonoma che siano capaci di muoversi da sole, anche a bassa velocità, per spostarsi e ottimizzare la loro posizione in modo da farsi trovare nel posto giusto al momento giusto.
Savaresi ritiene che lo sviluppo delle auto elettriche sia ancora indietro e sia frenato dalle difficoltà nella sperimentazione, dagli aspetti normativi, mentre quelle a guida autonoma, dalla paura degli incidenti che ne limitano l’accettazione da parte delle persone. Tuttavia, il professore prevede che ci vorranno ancora una decina di anni perché questa tecnologia sia matura. Se l’Europa accelerasse sulle auto a guida autonoma entro il 2030, forse nel giro di cinque-otto anni potremmo passare dalle auto private alla mobilità a servizio, rendendo così realistico il salto verso le auto elettriche.
A mio personale giudizio, l’iniziativa di introdurre auto elettriche sarebbe un buon passo verso la reale transizione energetica se avessimo modo di produrre grosse quantità di energia pulita, davvero green e non ipoteticamente, oltre che cominciare a disporre massivamente i centri urbani e le vie di comunicazione di colonnine di ricarica, obbligare i garage condominiali e soprattutto quelli privati di dotarsi di impianti di ricarica veloce. La decisione del Parlamento Europeo, come altre a mio giudizio, è fantasiosa, in buona fede sarebbe per un cittadino non documentato, ma non per un’Istituzione di tale livello.
Mancano modi e metodi per l’attuazione di un simile modello così rivoluzionario.