Il riscaldamento climatico raggiunge i suoi effetti massimi nella regione artica della Terra. La causa è da attribuire alla cosiddetta amplificazione artica, vale a dire la riduzione dell’effetto albedo dovuta alla minore estensione dei ghiacci artici.
Per questo motivo la regione artica è sotto osservazione da parte dei climatologici e osservato speciale è il ghiaccio maritno artico.
Estensione del ghiaccio marino artico
Il ghiaccio marino artico raggiunge la sua estensione minima ogni anno durante il mese di settembre. Come risultato del riscaldamento globale, l‘estensione del ghiaccio marino artico estivo si sta riducendo del 12,6% ogni decennio, rispetto alla sua estensione media del periodo compreso tra il 1981 e il 2010.
Le misurazioni vengono effettuate dai satelliti e il dato mensile rappresenta la media delle osservazioni giornaliere.
L’estensione del ghiaccio marino, da quando sono iniziate le rilevazioni satellitari nel 1979, ha raggiunto il livello più basso durante il mese di settembre del 2012.
L’estensione del ghiaccio marino non è l’unica misurazione chiave del ghiaccio marino. Altre misure includono il volume e l’età del ghiaccio marino artico.
Volume del ghiaccio marino artico
Il volume del ghiaccio marino dipende sia dall’estensione che dallo spessore del ghiaccio ed è calcolato attraverso un modello fisico-matematico. Le misurazioni, infatti, non si possono eseguire in maniera continua, sono tutte limitate nello spazio e nel tempo. Le osservazioni, pertanto, vengono assimilate dal modello numerico e confrontate con le stime calcolate dal modello.
Fatte queste premesse, e considerati i limiti di queste procedure, il modello numerico stima che il minimo del volume del ghiaccio artico sia stato raggiunto nel settembre del 2017. Come per l’estensione del ghiaccio, negli ultimi anni si assiste a una lieve ripresa anche del volume.
Gli ultimi dati disponibili riguardano il mese di gennaio 2023 per cui è stato calcolato un volume del ghiaccio artico di 16500 km3, il settimo più basso per gennaio, il 22% inferiore alla media del periodo 1979-2022, ma al di sopra della linea di tendenza.
Età del ghiaccio marino artico
Negli ultimi 40 anni circa, si sta osservando una decisa riduzione dell’età media del ghiaccio artico alla fine della stagione fredda (metà del mese di marzo). Nel 1985, la calotta glaciale artica era composta per il 33% da ghiaccio di età maggiore di 4 anni e per il 36% da ghiaccio fino a un anno di età.
All’inizio degli anni ‘90 vi è stata una prima notevole riduzione del ghiaccio di età più avanzata, che per un quindicennio circa, fino al 2005, si è portato a circa il 20-25% del totale. Contestualmente il ghiaccio di non più di un anno ha raggiunto il 50%.
Successivamente, vi è stato un tracollo del ghiaccio più anziano, che dopo il 2010 è sceso sotto il 10% per non più risalirvi. Negli ultimi 10 anni è stato all’incirca costante, raggiungendo un minimo sotto il 5% nel 2019. Nel mentre, il ghiaccio più giovane, sotto un anno di età, si è portato sopra il 60%.
Il ghiaccio di recente formazione può essere più vulnerabile a stagioni estive molto calde e portare a nuovi minimi di volume ed estensione.