E’ dal 1979 che i sensori posti sui vari satelliti che si sono alternati in questo tipo di misure, calcolano la temperatura presente su tutta la superficie terrestre, elaborandone delle medie.
Tali sensori hanno il grande vantaggio, rispetto alla ricostruzione delle temperature da parte dei vari enti, di coprire l’intera superficie terrestre anche in quelle zone dove mancano completamente stazioni di misura (o dove queste sono estremamente scarse, come nei deserti o nelle zone polari).
Partendo da questo assunto, possiamo osservare come le temperature globali sono scese, in questo mese di Gennaio 2023, fino a mostrare un’anomalia termica di -0,04°C rispetto alla norma trentennale 1991-2020.
Negli ultimi anni le temperature satellitari hanno mostrato un andamento molto altalenante, ma seguendo comunque una tendenza all’aumento dal 1979 ad oggi.
Il punto di svolta verso l’aumento lo possiamo considerare l’anno 1998, che venne caratterizzato da un forte evento di Nino, dopo di allora non sono più tornate ai valori medi degli anni Ottanta.
Proprio il Nino rappresenta il “quid” in grado di innalzare temporaneamente le temperature globali fino a livelli elevati: i picchi termici massimi si sono verificati infatti nel 1998 e nel 2015, in corrispondenza di eventi eccezionali di El Nino.
Gennaio 2023 si è presentato particolarmente freddo nel comparto siberiano centro orientale, con anomalie di -3,5°C, ma anche in Antartide (-1,5° l’anomalia media) e sul Sud Ovest Statunitense (anomalie di -1,5°C).
Ha fatto caldo invece sul Canada, sulla Cina e su Europa Orientale (anomalie di +2,5°C).
Per quello che riguarda l’Italia, invece, sono appena usciti i dati del CNR relativi allo scorso mese di Gennaio.
Il mese ha avuto una anomalia termica complessiva di +0,96°C, piazzandosi all’11° posto nella classifica dei mesi di Gennaio più caldi.
L’anomalia è stata massima al Nord Italia con un valore di +1,41°C rispetto alla norma 1991-2020, mentre al Centro ed al Sud è stata più moderata con anomalia di +0,65°C circa.
CARTE NOAA
Dalle mappe del NOAA appaiono dei valori che si discostano da quelli rilevati dai satelliti.