Mateo. Il gelo tardivo di marzo può causare danni significativi alle colture agricole in Italia, soprattutto nei territori collinari e montuosi del Centro e del Nord del paese. Le regioni più colpite sono quelle che producono frutta e verdura di primavera, come pesche, albicocche, ciliegie.
Con i cambiamenti del clima, i danni causati dal gelo tardivo di marzo possono variare da anno a anno a seconda della intensità e della durata del fenomeno. In alcuni casi, le gelate possono uccidere completamente le colture, mentre in altri possono causare solo danni parziali.
Per prevenire i danni causati dal gelo tardivo di marzo, gli agricoltori coprono le colture con teli o con utilizzano sistemi di irrigazione per mantenere il terreno caldo. Inoltre, possono anche prendere in considerazione l’utilizzo di varietà di piante resistenti al gelo o la semina in momenti diversi per evitare questo fenomeno. Questo come tendenze future, anche per l’irregolarità pluviometrica e le stagioni estive caldissime.
In generale, il gelo tardivo di marzo rappresenta una sfida per gli agricoltori e può avere un impatto significativo sulla produzione agricola del paese, ma con le giuste misure preventive, è possibile minimizzare i danni.
REPORTAGE METEO E CLIMA
Marzo 1956: il ritorno del grande freddo dopo il 10 marzo
Dopo una prima decade del mese assai mite, l’11 marzo 1956 un imponente polo freddo si proietta dall’Europa orientale verso l’Italia, andando a colpire il pieno il nostro versante adriatico.
Il 12 marzo, in quota, al livello di pressione di 500 hPa, corrispondenti a meno di 5300 metri di altitudine, il nocciolo freddo, con una temperatura di -36°C, si pone sul Golfo di Venezia.
Al livello di pressione di 850 hPa, corrispondenti a circa 1360 metri di altitudine, la depressione si trova più a sud, tra il medio e il basso Adriatico e sul Nord-Est italiano giungono isoterme di -12°C.
11 marzo 1956: Nevica di nuovo a Roma
Già dall’11 marzo comincia a nevicare sul Centro Italia e l’ennesima nevicata della stagione interessa anche Roma, dove cadono 10 cm di neve fresca.
In provincia, 25 cm di neve cadono a Subiaco. Nevica per tutto il giorno anche a Viterbo.
In Umbria, 50 cm di neve cadono su Norcia e Cascia e la strada tra Spoleto e Norcia è interrotta. Nevica a Terni e in tutta la sua provincia. A Perugia e Foligno la neve è alta 30 cm.
Nevica anche nelle Marche, fin sulla costa della città di Pesaro.
In Toscana, nevica a Siena e in modo abbondante in tutta la zona del Chianti. A Marciana, sull’Isola d’Elba, la neve fresca è spessa 20 cm.
Violente bufere di neve imperversano su tutto l’Abruzzo e il Molise sopra i 500 metri di quota. Ad Avezzano cadono 15 cm di neve e di nuovo ci sono paesi isolati in montagna.
Diversi passi dell’Appennino Centrale sono chiusi e risulta estremamente la situazione nella piccola frazione Pietralta di Valle Castellana, nella provincia di Teramo, isolata ormai da ben 45 giorni!
Il freddo è intenso su tutta la Puglia, in Appennino si sfiorano i -10°C e a Bari si tocca una minima di -3,1°C!
Al Nord Italia, temperature fino a -20°C si raggiungono di nuovo sulle Alpi orientali. A Milano Linate la temperatura scende a -3,4°C e in centro città a -1,5°C. A Bologna riprende a nevicare copiosamente.
12 marzo 1956: Abruzzo e Molise di nuovo in emergenza
Trieste viene investita da una bufera di bora con raffiche a 142 km/h e la temperatura in città scende a -2°C.
Nevica diffusamente nelle Marche, in modo abbondante sulle province di Ancona e Macerata. Ancona città registra estremi termici di -0,8/2,9°C.
Le nevicate sono ancora più abbondanti in Abruzzo e Molise. In provincia di Pescara gran parte dei comuni sono isolati. In città gli estremi termici di giornata sono di -1,2/1,6°C.
A Campobasso si abbatte un temporale nevoso. Tutto il Matese è isolato a causa delle ingentissime nevicate.
La Puglia è battuta da una fredda tramontana e le temperature continuano ad essere estremamente rigide, con gelate fin lungo le coste.
Il freddo arriva fino in Sicilia, colpendola duramente nel periodo compreso tra il 10 e il 14 marzo: a Floresta, il comune più alto dell’isola, la temperatura scende a -11,4°C il giorno 11 e di nuovo a -11°C il giorno 14. Il giorno 10 è il più freddo sia a Catania che a Palermo, con la temperatura che di notte scende ad appena 1°C in centro città e sotto zero nelle periferie collinari.
La situazione peggiora ulteriormente il 13 marzo…