Una fase di acuto meteo d’inverno si andrà a realizzare già entro la prossima settimana, quando un ciclone probabilmente di natura esplosiva dalla Francia si porterà verso le regioni settentrionali italiane, con valori di pressione davvero insoliti, probabilmente intorno ai 976 hPa ed anche meno.
Un ciclone bomba, come da definizione ripetutamente evidenziata negli Stati Uniti d’America dove in questi ultimi 20 giorni se ne sono già abbattute almeno due, quello che ha interessato con la tempesta di neve la parte orientale degli Stati Uniti, con vento sino alla velocità di uragano nella zona di Buffalo, e poi la tempesta che ha interessato la California con alluvioni devastanti. In entrambi i casi si sono formate aree di bassa pressione estremamente profonde, dette ciclone bomba o esplosive, con la perdita di pressione atmosferica di oltre 20 hPa in meno di 24 ore, causando oltre che vento fortissimo precipitazioni eccezionali.
La bassa pressione che ci raggiungerà sarà molto intensa, formandosi sulla zona dei Pirenei per portarsi poi verso il Mar Ligure e le regioni del Nord Italia, perdendo ben oltre 20 hPa in neanche un giorno.
La bassa pressione sarà seguita d’aria di origine artico marittima, di certo non gelida come quella che ha interessato gli Stati Uniti d’America, anche perché proviene da un settore dell’Artico la cui aria poi viene rapidamente mitigata dai mari dell’Europa occidentale costantemente interessati dalla Corrente del Golfo. Mari che peraltro misurano temperature sopra la media a causa del caldo estivo e poi autunnale. Ben diverso sarebbe stato se l’aria fredda di origine fosse giunta dalle regioni a est della Lapponia, in questo caso avremmo avuto un freddo particolarmente intenso e diffuse nevicate sino alle coste della Sicilia come avvenne alla fine di gennaio del 1999.
In questi giorni vi abbiamo parlato del meteo del passato, vogliamo in merito a questo continuare a sottolineare quanto le condizioni meteo del passato sono di esempio per le previsioni meteo, seppur vi sia un contesto di cambiamento climatico violento. Un cambiamento che sta portando la temperatura globale in aumento, e che in teoria dovrebbe abbattere la possibilità di avere ondate di gelo. Ma è tutto il contrario, lo dicono gli scienziati, lo stanno dimostrando molti numeri nel nostro Pianeta. Pertanto, la teoria che qualche anno fa sembrava vagare in una incertezza estrema, or ora viene invece classificata come altamente probabile. Ma ciò non toglierà il riscaldamento del Pianeta e la temperatura media in aumento di tutte le stagioni.
In Italia ci sarà maltempo, l’aria fredda giungerà e sarà di origine artico marittima, ciò vuol dire che soprattutto in quota sarà gelida, e parliamo di altezza che vanno tra i 1500 e circa 5000 metri. In queste circostanze, i rovesci di pioggia o grandine, sbattono verso il suolo l’aria fredda presente in quota, abbassando sensibilmente lo zero termico. È un fenomeno che raramente in pieno inverno si fa sentire nelle regioni del Nord Italia, perché protette dall’arco alpino, mentre nella Penisola, e le Isole Maggiori è alquanto comune.
Il rischio di neve la possiamo individuare con una moderata possibilità per varie regioni del Nord Italia, e poi sulle zone interne dell’Italia Centrale, alcune aree esposte sino alle basse quote della Sardegna, regione in prima fila quando giungono le correnti nordoccidentali del Maestrale, ma poi quando il vento devierà da nord-est, saranno le regioni centrali adriatiche ad essere esposta direttamente al freddo, dove peraltro giungerà un impulso d’aria gelida.
Per farle in breve, il rischio di neve a quote estremamente basse ci sarà per le regioni del Nord, quindi la Pianura Padana soprattutto nel settore centrale e occidentale, ma teniamo d’occhio anche l’Emilia. Poi le Marche e l’Abruzzo.
Sull’evoluzione meteo di terremo aggiornati con i vari approfondimenti.