In Italia stiamo trascorrendo uno dei periodi natalizi più caldi di sempre, ovvero da quando, ormai circa due secoli fa, sono iniziate le prime sistematiche rilevazioni meteorologiche. L’intero anno 2022 verrà archiviato come il più caldo in Italia da quando si registrano i dati, superando il precedente record del 2018. Su base mondiale, invece, non verrà superato il record del 2016.
Dicembre conferma, almeno nel nostro paese, il trend di tutto questo anno, che solo a brevi tratti ha visto una parvenza di normalità climatica: al Sud principalmente in primavera; al Nord-Ovest nella prima parte di dicembre, salvo poi virare anche in questa zona dopo il 20 del mese decisamente verso il caldo anomalo.
Eppure in Nord America e nell’estremo oriente asiatico il mese di Dicembre è stato tutt’altro che mite: abbiamo visto le grandi tempeste di neve che hanno raggiunto gli Stati Uniti orientali e il Giappone nell’ultima settimana, ma non meno rilevanti sono le temperature raggiunte in Siberia a metà mese, quando per la prima volta dopo molti anni è stata superata la soglia dei 60 gradi sotto zero (-61°C a Ojmjakon il 12 dicembre).
Ma in Italia e in buona parte d’Europa no, tutta un’altra musica. Dicembre non era nemmeno iniziato male, con una copiosa irruzione fredda sull’Europa Occidentale che ha portato gelo fin sulle coste mediterranee della Francia, neve sulle Alpi e un certo freddo anche in pianura sul Nord Italia. Mentre il Centro-Sud è quasi sempre stato in balia di correnti miti occidentali o meridionali.
Ma con l’avanzare del mese, anche al Nord hanno preso piede le correnti miti connesse all’avanzata dell’anticiclone africano, temperate dal transito di modesti disturbi atlantici. Le anomalie termiche sono cresciute sempre più, fino a raggiungere il massimo tra il 24 e il 27 Dicembre. In Sicilia, Sardegna e Sud Calabria è stato un Natale quasi da bagni in mare: a Catania si sono raggiunti 25°C, a Reggio Calabria e Cagliari 23°C. Il tepore ha caratterizzato tutta Italia, solo attenuato in Val Padana da diffuse nebbie e foschie.
Siamo ormai assuefatti a un clima che solo una trentina d’anni fa ci sarebbe apparso folle, anche se, nel 1989, si raggiunsero al Sud valori simili a quelli attuali (fino a 26°C a Reggio Calabria, 25°C a Catania, oltre 23°C a Cagliari). Ma come reagiremmo se arrivasse un’ondata di gelo come quella del febbraio 1956 o del gennaio 1985? E’ sempre più improbabile che ci colpisca, ma non impossibile, come insegnano ondate di gelo più recenti e molto rilevanti: in primis quella del febbraio 2012.
Le “bombe” artiche o siberiane possono portare gelo consistente e abbondanti nevicate anche in Italia fin sulle coste. Nel Gennaio del 1985, nei giorni successivi alle grandi nevicate che colpirono la Pianura Padana e parte del Centro Italia, il rasserenamento e l’effetto albedo fecero crollare le temperature in Emilia e Toscana a livelli inverosimili: nella campagna bolognese si sfiorarono i -30°C! In Toscana si raggiunsero -25°C a Empoli e –23°C a Firenze Peretola (-16°C in città). Nel Febbraio 2012 le nevicate furono imponenti sulle colline romagnole e marchigiane: Urbino e le altre cittadine del circondario furono sepolte dalla neve. La temperatura crollo fino a -15°C a Torino e -12°C a Milano. Il Febbraio del 1956 vide ripetute ondate di gelo e neve su gran parte d’Italia: fu complessivamente il mese più freddo di tutto il XX secolo. Altro evento clamoroso fu quello del Febbraio 1929, quando Trieste scese fino a -14°C, mentre negli ultimi 60 anni non è mai scesa sotto i -10°C e nel Febbraio 2012 si è fermata a -7°C.
Anche quando fa freddo o molto freddo, rispetto a un secolo fa, siamo in un’altra era climatica. E il più delle volte fa caldo o molto caldo.