L’inverno quest’anno latita con meteo anticiclonico e caldo anomalo. In altre annate anche recenti non sono mancati grandi episodi di gelo verso l’Epifania. Era il Gennaio 2017 quando una potente irruzione siberiana davvero eccezionale gelò la Befana sull’Italia.

Il Buran colpì in quell’occasione l’Italia, evento decisamente raro: venne nel Gennaio 1985 con un mix d’aria artica, poi a dicembre 1996, nel Gennaio 1999 ed in parte nel febbraio 2012. Altre volte invece l’aria siberiana arriva fin sull’Italia in modo del tutto fugace.
La grande ondata di freddo del gennaio 2017 non colpì tutte le regioni allo stesso modo, perché l’Italia è lunga e larga e le condizioni meteo molto raramente sono univoche. Ad essere colpite, con riferimento alle grandi nevicate, furono soprattutto le regioni del Sud.
Tormente di neve colpirono pesantemente Puglia, Molise, sud Abruzzo, Campania interna, Basilicata ed ampi tratti di Calabria e Sicilia. A ciò si aggiunse il clima glaciale soprattutto in Puglia dove le temperature rimasero diffusamente sottozero anche in pieno giorno. Fu una giornata della Befana davvero di ghiaccio.
Gelo di portata storica
Il clou del gelo si raggiunse il 7 gennaio 2017, tanto da risultare la giornata più gelida del nuovo millennio con una media termica nazionale di appena -1,12°C, superando di gran lunga il 17 dicembre 2010 la cui media era stata di -0,56°C. Il gelo passò così alla storia.
Gelo e nevicate raggiunsero proporzioni imponenti in Puglia, specie nel Salento, dove non nevicava così tanto fin sulle spiagge dal 2001 e non faceva così freddo di giorno da circa 30 anni. La neve fu eccezionalmente abbondante nelle Murge nella zona compresa tra Bari e Taranto.

Gli accumuli nevosi più ingenti risultarono appannaggio dell’Appennino meridionale, specialmente tra sud Abruzzo (pescarese, teatino) e Molise, dove nei centri montani più elevati si accumularono anche oltre 2 metri di neve.
Nemmeno la Sicilia fu risparmiata da nevicate copiosissime sull’entroterra e fino alle coste del messinese e catanese, d’entità storica. Diversi centimetri di neve ricoprirono persino Taormina e Giardini Naxos. Fiocchi di neve dopo 29 anni comparvero persino su Catania città, con lieve accumulo al suolo in alcune frazioni collinari.
Dove non nevicò, il freddo la fece da padrone! Si pensi a Roma, Napoli o alle isole tirreniche come Capri e Ponza, con massime di appena +2°C e minime sotto zero: le fontane completamente ghiacciate diedero grande spettacolo.
Spiccano poi i record di freddo, come quello di Napoli che toccò -5,7°C (precedente -5,6°C nel gennaio 1981) e quello di Lamezia Terme (Calabria) con -4,9°C (precedente -4,6°C nel gennaio 1980). Se la neve fu un affare del Sud, il freddo giunse invece anche al Nord, sebbene in forma non eccezionale.
Nella pianura friulana si toccarono -12,8°C a Udine (Rivolto), -11,3°C a Ronchi dei Legionari, -10,4°C ad Aviano (vicino Pordenone), -10,3°C a Gorizia (registrati nella parte slovena della città). Temperature fino a -9/-10°C si registrarono anche nelle pianure lombarda, emiliana e veneta.