Per l’Epifania le condizioni meteo in genere cambiano, una mutazione del tempo che attorno a quei giorni, traccia caratteristiche tutte nuove all’inverno. Tutto cambia, spesso succede improvvisamente, anche se negli ultimi anni abbiamo vissuto la prosecuzione di anticicloni anomali e devastanti per il nostro clima.
Ben sappiamo che quest’anno il clima è ottimale, che ci sono temperature molto più simili a quelle di ottobre e non dell’inverno, e che in un periodo di crisi energetica con costi alle stelle della medesima, sarebbe utile avere un tempo clemente. Ma le anomalie ne attivano altre, con la conseguenza che le successive stagioni sono gravate da particolarità irriconoscibili.
Inoltre, la presenza di alta pressione che quest’anno ha una forte matrice africana, con temperature record per la persistenza delle anomalie, iniziano a far tremare per la prossima stagione estiva, che potrebbe, ma non si sa, essere rovente. Il clima sta cambiando rapidamente, e su questa attualità dovremo convivere nel futuro, però siamo qui a individuare eventuali rettifiche di quel clima così mite che abbiamo avuto sino ad ora su gran parte d’Italia, anche se sottolineiamo che il Nord nei primi 15 giorni di dicembre ha sperimentato un freddo approssimativamente nella norma, e ha visto anche la neve sino a quote basse. Ma poi tutto è svanito, e in montagna si segnano valori termici ottobrini.
I modelli matematici di previsione propongono un cambiamento nel dopo, se non attorno all’Epifania, ma c’è ad oggi incertezza da dove giungerà la trasformazione di questo tempo che fa fuori stagione, se sarà da est nord est, quindi con il Burian dalla Siberia, oppure dall’Artico Russo, oppure se si riattiverà una corrente oceanica, magari non troppo occidentale come quella che abbiamo visto tra novembre e la prima parte di dicembre.
Nella prima parte di gennaio 2023, complice anche un’alterazione di alcuni indici climatici, potrebbe stabilirsi una corrente velocissima foriera di perturbazioni dal Labrador e dalla Groenlandia. Questo tempo non porta gelo, bensì temperatura nella media che può senz’altro significare il ritorno della neve in Appennino, sui rilievi di Sardegna e Sicilia, e soprattutto nelle Alpi sino alle basse quote, con clima rigido in pianura, dove però la possibilità di neve torna ad essere un’ampia incognita.
Nel frattempo, però, ci saranno le avvisaglie dell’anticiclone russo siberiano che andrà rafforzando la sua presenza ad ovest dei monti Urali, quindi avvicinando la sua rigidità all’Europa centrale e i Balcani, e potrebbe esordire in ondate di gelo sino all’Italia, anche perché quel Vortice Polare stratosferico che ha ripreso forza, stringendo a se il freddo, tornerà a perdere robustezza, e potrebbe subire un nuovo sconquasso per un forte riscaldamento che in Stratosfera viene dato entro la prima decade di gennaio.
Quando avviene un forte riscaldamento, il Vortice Polare perde potenza. Ciò non significa che avremo un’inversione delle sue correnti, significativo preludio di un Burian sino all’Italia, ma il vagare di anse gelide polari come quella che hanno causato quel grande gelo associato all’uragano bomba che si è avuto nel Nord America a Natale. Gli americani sul nuovo evento atmosferico del Vortice Polare pongono notevole attenzione e vigilanza, in quanto i danni procurati dalla tempesta di Natale non sono stati ancora sanati, ed una nuova tormenta gelida sarebbe un disastro.
Per fortuna l’Europa e l’Italia non patiscono la medesima vulnerabilità, ma con il cambiamento climatico, le tempeste che vengono dall’est potrebbero prendere maggior forza rispetto al passato, seppur diverranno meno frequenti. Ma potrebbero anche ripetersi in brevi periodi. Questa è l’estremizzazione climatica di cui tanto si parla. E nel nostro caso abbiamo il Mediterraneo che è caldissimo, anzi, terribilmente caldo rispetto alla media di questo periodo dell’anno. È come se avessimo una bomba di energia tutto attorno a cui manca il detonatore per esplodere, ovvero un flusso d’aria fredda, una goccia fredda in quota, etc..
E se in autunno abbiamo visto le alluvioni lampo, d’inverno i contrasti termici stavolta sarebbero più marcati, con la potenziale genesi di cicloni esplosivi nei nostri mari, che d seppellirebbero di neve i rilievi. Ma tutto ciò dipende anche dalla temperatura, oltre che diversi altri fattori.
C’è da augurarsi il raffreddamento del Mediterraneo prosegua senza troppi guai, quindi, e che il corriere espresso da ovest delle correnti oceaniche, non ci invii aria eccessivamente fredda che andrebbe a innescare tempeste, anche perché un segnale di tale possibilità, le proiezioni dei modelli matematici di previsione le prospettano con minimi depressionari sui 980 hPa. Sono basse pressioni che in passato erano rare, ma che sono divenute ben più frequenti.
La West Courier Express porterà perturbazioni e grandi precipitazioni nel dopo Epifania; quindi, finalmente cancellerà l’ostacolo all’avvio della stagione invernale rappresentato dal mostruoso anticiclone, salvo intoppi. E che la prosecuzione della stagione sia di poco più mite rispetto alla media climatica poco importa, ma l’auspicio che abbia termine questo delirio.
Da notare bene, le temperature sopra la media di una stagione intera non escludono ondate di gelo, o periodi freddi anche di due settimane. Ormai, un periodo freddo viene recuperato da un altro caldissimo, azzerando le anomale di temperature sotto la media di un’intera stagione.
In conclusione: dopo l’Epifania il meteo cambierà, anzi, potrebbe cambiare, c’è una maggior possibilità che sarà freddo nella media climatica con forti precipitazioni, mentre a mio avviso le probabilità di gelo dalla Russia sono molto scarse per la prima decade di gennaio, ma più avanti tutto potrebbe cambiare repentinamente.