E’ caos. Modellistico, d’opinioni, di idee. Stiamo vivendo un contesto meteo climatico e atmosferico non facile, che in qualche modo sta mandando in crisi previsioni, analisti e chi più ne ha più ne metta.
Partiamo da un presupposto: non si può andare avanti così. Rischia di ripetersi qualcosa di assurdo, sta succedendo qualcosa che dovrebbe farci seriamente riflettere sul ruolo del riscaldamento globale nei cambiamenti climatici. Ora vi chiediamo: c’è ancora qualcuno capace di negare l’incredibile cambiamento meteo climatico degli ultimi decenni?
Beh, la risposta l’abbiamo, è davanti a noi, anno dopo anno. Prima degli anni 2000 avere inverni così superflui era un’eccezione. Ora è diventata una regola. L’anno scorso vivemmo un Inverno record per bruttezza e già venivamo da un’annata – la precedente – che fu pessima. Due annate orribili, sia a livello termico sia a livello di mancanza di neve. Neve che mancò non soltanto in Italia, ma anche su gran parte d’Europa… Ecco, questo è un dato di fatto, incontrovertibile.
Al di là di tutti questi discorsi, viene da chiedersi se l’Inverno ha qualche asso nella manica. Beh, forse c’è ma perché possa portare al poker d’assi dev’essere giocato con astuzia. Se dovesse mancare l’astuzia, ecco che l’Inverno verrebbe rimandato a dicembre 2023. Per poker d’assi intendiamo una dinamica capace di frenare la corsa a perdifiato del Vortice Polare. Sì, perché a quanto pare non ha la minima intenzione di abdicare così facilmente.
In questo contesto difficile che l’Artico riesca a venirne a capo, ma i modelli previsionali stanno iniziando a manifestare dubbi. Non tutti, questo va detto, ma se sino a un paio di giorni fa c’era sostanziale concordanza negli ultimi giorni sono emerse differenze enormi. Da un giorno all’altro, da un’emissione a un’altra.
C’è chi continua a vedere il cambiamento, chi invece scommette sulla permanenza dell’Alta Pressione. Attenzione, perché in quest’ultimo caso si rischierebbe di arrivare a fine stagione con l’Inverno ancora latitante. Sapete cosa significherebbe? Che la Primavera, come spesso capita da tempo, andrebbe incontro a turbolenze pericolosissime.
Vi abbiamo esposto ciò che dicono i centri di calcolo internazionali, concludiamo dicendovi che la speranza è sempre l’ultima a morire. Ma i primi segnali dovrebbero arrivare in fretta, altrimenti nulla da fare.