C’è parecchio da scrivere in questo periodo, per narrare la serie di proiezioni dei super calcolatori per le prossime settimane. Ma soprattutto per riportare esternazioni, approfondimenti rilasciati da vari scienziati.
In tutti i casi si parla di probabilità che una serie di eventi meteo si realizzino, non ci sono mai certezze, e chi dovesse cercarle o pretenderle, non dovrebbe tener conto di questi approfondimenti, essendo indirizzati a coloro che hanno voglia di informazione. E per la lettura serve una buona apertura mentale, oltre che un certo distacco per assimilare quei concetti che in questa sede recuperiamo estremamente semplificati.
In questo articolo abbiamo adattato le esternazioni di alcuni noti scienziati, tralasciando le previsioni extra-europee, estrapolando i concetti utili per riportare, con un linguaggio semplificato, le informazioni utili per le nostre e vostre valutazioni sull’evoluzione meteo.
Video del passato
Judah Cohen, scienziato americano rinomato per le previsioni stagionali, scrive: le previsioni della circolazione medio-troposferica indicano un aumento del blocco anticiclonico alle alte latitudini, specialmente vicino all’Alaska (e noi aggiungiamo il nord della Scandinavia e poi la Siberia), con l’approfondimento di basse pressioni nel Nord America del settore orientale, ed in Atlantico sino all’Europa mediterranea.
Tali condizioni potrebbero potenzialmente produrre uno schema invernale molto attivo.
In sintesi: ci sarebbe un crescente rischio di freddo anche in Europa, con le maggiori precipitazioni in area mediterranea, soprattutto per i marcati e noti contrasti termici con il mare caldo.
Nel seguente passo Cohen introduce un cenno chiaro all’Europa: più avanti nel periodo, il previsto blocco/alta pressione dell’Atlantico centro-settentrionale aumenterà anche le possibilità di freddo e neve in tutta Europa, in particolare nell’Europa centrale e orientale.
Non fa cenno al Mediterraneo centrale e Italia, ma ben sappiamo l’azione delle aree di bassa pressione citate prima, che hanno il potenziale di richiamare l’aria fredda verso sud, che poi si miscela con quella umida è foriera di precipitazioni mediterranea.
Poi Judah Cohen fa un esplicito riferimento al modello previsionale europeo e scrive: c‘è un motivo per cui ECWMF è chiamato il “re”. GFS si sta avvicinando alla soluzione ECMWF…
“Il suo riferimento è per le correnti su vasta scala poi responsabili di una profonda alterazione stagionale ben viste dal modello matematico europeo. Tuttavia, non siamo molto d’accordo sul fatto che il modello matematico americano sia così inferiore a quello europeo sull’affidabilità. Spesso queste esternazioni avvengono da un’affezione che sia ha per questo o quel modello matematico.”
Seguiamo altri scienziati, di questi consideriamo che sia più utile fare un riassunto delle esternazioni lasciate liberamente in rete, anche perché ripetono in grandi linee le stesse analisi concetti di Cohen. Tutti prospettano una stagione invernale molto attiva, estremamente differente a quella di un anno fa in Europa, ma anche in Asia, anche perché in Siberia viene prospettato un rinforzo ulteriore dell’alta pressione che produrrà gelo. Oltretutto, nella serie di cartine che vedete, viene identificato un indice di comportamento del clima molto importante per l’evoluzione meteo nel Mediterraneo. Ci riferiamo alla NAO negativa che avviene quando nell’estremo nord ci sono alte pressioni, e quindi freddo, e verso latitudini più basse, quindi dal medio Atlantico verso il Mediterraneo ci sono aree di bassa pressione foriere di meteo perturbato.
E tali basse pressioni, come citato prima, richiamano poi quell’area ben più fredda che si sta stabilendo a nord, con maggiore occasioni di avere ondate di freddo quest’inverno.