È finita l’Estate di ondate di caldo record in tutta Europa, gli oceanografi di vari Enti scientifici internazionali hanno monitorato il nostro vicino Oceano Atlantico riscontrando anomalie di temperatura straordinarie. Hanno soprattutto, nel nostro caso, analizzato la temperatura della superficie del mare nel Mar Mediterraneo nel corso di una serie di stagioni estive, e hanno appurato che quest’estate ha avuto ondate di calore marine (MHW, ovvero marine high wave) da record, in aumento rispetto all’estate precedente in termini di durata, superficie totale interessata e potenza.
Gli scienziati hanno individuato che gli eventi di MHW si sono protratti quasi continuamente nel periodo da maggio ad agosto 2022, interessando quasi l’intero bacino del Mar Mediterraneo. Si è trattato di un evento mai osservato prima. Le anomalie della temperatura media della superficie del mare nei tre mesi per l’estate 2022 (giugno luglio e agosto) hanno raggiunto valori fino a 4,6°C, superando l’estate del 2003 che deteneva il record precedente.
Per effetto del cambiamento climatico, le ondate di caldo marine sono eventi estremi che si verificano sempre più di frequente nel Mediterraneo e si estendono all’Oceano settentrionale del settore europeo, diventando sempre più intensi e diffusi.
Tali eventi necessitano di essere seguiti e previsti poiché le loro conseguenze, sebbene non visibili immediatamente, sono devastanti per l’ambiente marino.
Il riscaldamento degli Oceani è riscontrabile nel Mediterraneo occidentale dal 2015 con ondate di caldo marine intense, la cui massima estensione e intensità si è avuta nel 2003 e nel 2022. Il riscaldamento si estende oltre la superficie ed è riscontrabile fino e oltre circa 100 metri di profondità. A questa profondità, sono state osservate temperature molto calde e anomale nelle stagioni estive degli ultimi 6 anni, dal 2017 al 2022.
L’impatto diretto delle ondate di calore marine sono all’origine della mortalità di massa che colpiscono un numero crescente di specie marine, con danni all’habitat. I coralli, le alghe e le spugne che non possono sfuggire alle condizioni ambientali estreme sono particolarmente soggetti a stress termico estremo.
Pubblicato da MOi, il Copernicus Ocean State Report 3 esplora i MHW e il riscaldamento nel Mar Mediterraneo. Spiega anche come questo, insieme al riscaldamento a lungo termine, abbiano portato a un’interruzione degli ecosistemi ittici poiché alcune specie di pesci migrano alla ricerca di acque più temperate e arrivano specie da altre regioni a volte invasive. MOi ha anche pubblicato Explainers attraverso il Copernicus Marine Service per istruire il pubblico in generale sulle ondate di caldo marine ed il riscaldamento degli oceani.
Il riscaldamento degli Oceani ha alimentato, qualche settimana fa, di energia la tempesta tropicale Daniel che è divenuta uragano a insolite latitudini.
Secondo lo Special Report on the Ocean and Cryosphere in a Changing Climate del Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (SROCC IPCC), Globalmente, gli eventi legati al calore marino sono aumentati. Le ondate di calore marine sono raddoppiate in frequenza e sono diventate più durature, più intense e più estese. Le MHW aumenteranno in frequenza, durata, estensione spaziale e intensità in tutto l’Oceano nel Mediterraneo se crescerà ancora il riscaldamento globale.
Ed è il riscaldamento del Mediterraneo a dare origine, nonostante la circolazione atmosferica non ideale, a fenomeni meteo di forte intensità. E da ciò i modelli matematici stagionali individuano l’avvio nelle prossime settimane e sino all’inverno, di un sensibile aumento di piovosità in tutto il Mediterraneo occidentale, talmente intenso da estendersi a tutta Italia.