Si amplia sempre più l’area dei nostri mari dove le boe a largo misurano una temperatura di 30-31 °C. Tale valore è simile a quello che viene attualmente registrato nel Golfo del Messico, ovvero quell’area che diventerà a breve un ampio spazio marino dove transiteranno i cicloni tropicali che poi raggiungeranno le coste statunitensi anche con forza distruttiva.
Anche nel Golfo Persico si raggiungono temperature di 34 °C, ed è il mare più caldo del Mondo.
Nel Mar Rosso, posto tra Africa e la Penisola Arabica, misura una diffusa temperatura superficiale che è simile a quella dei mari italiani.
I 30° centigradi si registrano su un’ampia area del Pacifico occidentale che è posta a sud del Giappone sino alla Guinea. In questo ampio spazio di mare si formano i tremendi tifoni che poi interessano aree densamente abitate, e che raggiungono anche il livello di categoria 5 su 5.
Il Mar Mediterraneo attualmente rientra tra i bacini più caldi del nostro Pianeta. Si possono fare molte ipotesi su ciò che succederà, non previsioni di catastrofi. E che sia inteso, non ci saranno cicloni tropicali quest’anno.
Infatti, seppur il nostro mare sia estremamente caldo, questa è una situazione temporanea e limitata ad un breve periodo, ed è dovuta dalle ripetute ondate di calore. In alcuni anni in cui il Mediterraneo è stato molto caldo (non a questi valori, però) abbiamo avuto un repentino abbassamento della temperatura superficiale del mare per l’intrusione di aria fredda già a settembre. Questo succede perché la nostra non è una latitudine tropicale.
Ma non sottovaluterei l’entità e intensità dell’ondata di calore marino.
In alcune annate, si sono instaurate condizioni ideali per lo sviluppo di ampie aree temporalesche con la genesi di temporali violentissimi che dal mare può si sono portati sulla terraferma. Tra i vari anni da meteo estremo avvenuto nel recente citiamo il 2019, quando si ebbero svariate alluvioni nelle aree costiere e pre-costiere del bacino centrale e occidentale del Mar Mediterraneo che causarono numerosissime vittime. Nel settembre il ciclone simil tropicale Zorbas si abbatté sulla Grecia e fu censito come TLC (Tropical Like Cyclone).
Le previsioni stagionali indicano la formazione di sistemi convettivi forieri di forti precipitazioni sul bacino centrale e occidentale del Mar Mediterraneo, compresi i bacini italiani. C’è quindi da attendersi la possibile formazione di temporali di violenza estrema, probabilmente delle mini-tempeste simil tropicali che poi raggiungendo le aree costiere e le due isole maggiori, potrebbero dar luogo a violenti nubifragi con forte vento, senonché persino alluvioni lampo.
Da anni si parla del Mar Mediterraneo quale terreno ideale per la formazione di piccoli cicloni mediterranei. Questi fenomeni non sono controllati sufficientemente, anche perché sono rarissimi; quindi, solo con le simulazioni dei supercomputer si possono conoscere eventuali intensità e la possibile frequenza nel futuro.
Il ripetersi di ondate di calore, di stagioni estive molto calde come quella del 2022, potrebbe favorire la formazione di periodiche piccole tempeste foriere, con quel meteo estremo che potrebbe dare luogo a forti mareggiate, vento con raffiche di tempesta, nubifragi persistenti e quindi anche il rischio di alluvioni.