Un batterio si è evoluto sino a diventare un autentico gigante, addirittura così tanto da risultare visibile a occhio nudo. Nessuno avrebbe mai immaginato che ci si potesse trovare davanti ad un tale esemplare. La scoperta di questo batterio gigantesco è avvenuta in una mangrovia in Guadalupa.

Tutto ciò dimostra come ancora possediamo una conoscenza parziale sugli organismi viventi che popolano il nostro Pianeta. Tra l’altro in taluni casi scompaiono veri e propri ecosistemi prima di poterli studiare. Ora è comparso questo maxi batterio, che potrebbe essere il primo di una serie.
L’esemplare è stato denominato Thiomargarita magnifica, cioè magnifica perla di zolfo. Il batterio vive infatti su fondali paludosi ricchi di zolfo e scarsi di ossigeno. Possiede la peculiarità di utilizzare lo zolfo e non l’ossigeno per il suo metabolismo, al pari di tanti altri batteri cosiddetti solforiduttori.
Solo dopo analisi approfondite, si è scoperto che non si trattava di una catena di batteri, ma di un singolo esemplare filamentoso. I ricercatori hanno riferito di non aver ancora compreso il motivo per il quale questo batterio si è evoluto fino a diventare così grande.
Potrebbe essersi trattato di un adattamento per evitare di essere divorato da organismi più piccoli, ma è solo un’ipotesi. La lunghezza del batterio risulta stimata in 0,9 centimetri, ma potrebbe arrivare anche a 2 cm. E’ quindi visibile ad occhio nudo, per la sua grandezza 5 mila volte maggiore rispetto agli altri batteri.
Le anomale particolarità del batterio gigante
Finora non è stato possibile far crescere il batterio in laboratorio, ma i ricercatori ritengono che la cellula abbia una struttura inusuale. Il suo Dna non fluttua liberamente all’interno della cellula come in tutti gli altri batteri eccetto due, ma è contenuto in piccole sacche con membrana.
Su questo ha caratteristiche simili agli eucarioti, cioè agli organismi con cellule dotate di nucleo, ai quali apparteniamo anche noi. Inoltre il numero totale dei suoi geni, fra cui spiccano le copie di geni responsabili dell’allungamento cellulare, è circa il triplo di quelli normalmente presenti negli altri batteri.
La prima scoperta del Thiomargarita magnifica risale al 2009 nelle foglie di mangrovia in fondo alla palude laddove scarseggia l’ossigeno. Il batterio gigante è stato poi rinvenuto anche attaccato a conchiglie, rocce e bottiglie di vetro nella palude.
Secondo gli studiosi, che hanno pubblicato la ricerca sulla rivista Science, questo potrebbe essere solo il primo di un gruppo di batteri giganti ancora da scoprire. Non è l’organismo unicellulare più grande conosciuto, in quanto il record è dell’alga Caulerpa taxifolia, che raggiunge i 15-30 centimetri di lunghezza.