Con le temperature elevate, le nubi cumuliformi ottengono enorme energia e si sviluppano verticalmente raggiungendo i limiti della troposfera. Tutto ciò avviene per effetto di lievi infiltrazioni di aria fresca in quota che scalza verso l’alto l’aria calda, generando delle grandi bolle di vapore acqueo che diventano nubi temporalesche, ovvero i cumulonembi.
E a causa delle basse temperature in quota, le goccioline di pioggia si solidificano in ghiaccio, gradualmente si aggregano, e nei temporali soggetti a forti correnti ascensionali, il chicco di grandine ha modo di crescere e divenire imponente, sino a raggiungere delle grosse dimensioni per poi cadere al suolo attratto dalla gravità terrestre.
Ed è quanto avvenuto ancora una volta nelle ultime 24 ore in alcune aree italiane.
Forti grandinate si sono verificate su varie aree che vanno dal Trentino verso il Veneto e parte del Friuli. Grandine anche in Appennino, soprattutto nella Marsica.
Le immagini che abbiamo visto, e alcune le proponiamo, illustrano anche grandinate estremamente abbondanti, tanto che in alcune località sembrava avesse nevicato. Durante questi fenomeni atmosferici la temperatura crolla verticalmente, in talune circostanze anche di oltre 20 °C.
Ma è la grandine di grosse dimensioni a cagionare maggiori danni, ciò soprattutto nella vegetazione e agricoltura, poi anche si segnalano danni alle cose, come i bolli alle carrozzerie delle auto (Report per Levabolli disponibile).