Nelle prossime due settimane, l’evoluzione meteo prospetta un aumento della temperatura media, ciò darà energia per lo sviluppo di nubi a carattere temporalesco. I temporali solitamente interessano aree circoscritte, limitate. In assenza di perturbazioni a carattere freddo non vediamo quelle classiche linee temporalesche dette anche groppi che distribuiscono in ampie aree le precipitazioni. Bensì, fenomeni solitamente distribuiti a macchia di leopardo, isolati insomma.
Questa è una caratteristica che sta prendendo piega sempre più in questi anni. È pur vero che ci sono periodi temporaleschi che da ovest e si estendono poi a est, e comunque in linee generali non vediamo piovere come dovrebbe succedere sia in questa parte dell’anno, ma neppure abbiamo l’abbiamo vista in precedenza negli scorsi mesi.
Questo fenomeno è detto irregolarità pluviometrica, e quando persiste genera condizioni di siccità. Esistono vari livelli di siccità. Questi differiscono a seconda dell’area geografica e dal clima. Ad esempio, una condizione di siccità per la regione alpina non è la stessa cosa di quella che succede nelle regioni meridionali, Sardegna e Sicilia. I climi sono completamente diversi.
Considerando la diversità climatica, vediamo che il deficit pluviometrico tende a persistere su quelle aree d’Italia dove dovrebbe piovere più abbondantemente, e sono le aree tirreniche, ampie regioni dell’Appennino, così tutto il Nord Italia. Sarà pur vero che modelli matematici prospettano sovente precipitazioni, ma poi questi eventi non è detto che si realizzino perché si tratta sempre di previsioni meteo e non certezza.
Gli ultimi dati a nostra disposizione indicano che nelle prossime due settimane ci saranno delle piogge abbondanti su gran parte della regione alpina e prealpina e l’Appennino, poi le zone interne della Sicilia e Sardegna che dovrebbero essere interessate da condizioni di marcata instabilità atmosferica, con piogge eccessive in tempi molto stretti. Potrebbe piovere anche bene anche su parte della Val Padana.
Non sono previste grandi piogge in Sardegna, se non nelle zone interne per temporali pomeridiani, ma questa in parte della regione ci sono state gli scorsi giorni, in particolare in quella di venerdì, quando varie stazioni meteo hanno superato i 100 mm di pioggia in 24 ore, ma con notevoli accumuli soprattutto sulla parte nordorientale per effetto di temporali.
Anche in questo caso precipitazioni concentrate in tempi ristretti, e solo in alcune aree della regione è piovuto con regolarità nell’arco delle 24 ore. Abbiamo veduto simili eventi, anche di maggiore intensità questi anni in Sicilia, Ma da queste parti le precipitazioni estreme, come anche in Sicilia, non sono affatto anomale, mentre sono generalmente più regolari al Nord Italia, ma ciò non sta avvenendo e non è neanche previsto.
Capitolo a parte per quanto concerne il Centro Italia, dove di precipitazioni se ne vedranno, in specie per le zone interne con un potenziale escalation di temporali pomeridiani.
Una previsione meteo due settimane ci lancia subito verso la terza decade di maggio, periodo dell’anno che solitamente apre la porta a un clima pre-estivo.
Insomma, in conclusione, possiamo osservare i modelli matematici sotto varie prospettive, però il risultato non cambia perché di pioggia realmente ne stiamo vedendo poca, se non localizzata in alcune aree. Dapprima abbiamo citato la Sardegna, ma la gran pioggia qui è caduta solo su una parte della regione, in altre aree è piovuto pochissimo.
Un rischi c’è, eccome se non c’è, quello di avere maggiore energia per i temporali con l’arrivo del caldo, e lo sviluppo di super temporali con alluvioni lampo come abbiamo visto questi ultimi anni.
Tutto questo è dovuto anche i cambiamenti climatici, rammentiamolo, non ci sono più le stagioni di una volta in tutta Italia e nel resto del Mondo, e anche la pluviometria ne viene fortemente influenzata. Le previsioni meteo sono talvolta come soffocate da questa trasformazione del clima, risultando poi penalizzate in affidabilità.