C’è molta apprensione in merito all’aggravamento delle condizioni della Grande Barriera Corallina, alle prese con un nuovo episodio di sbiancamento dei coralli. Dal 1998 è la sesta volta che si verifica questo fenomeno lungo il sistema corallino più esteso del mondo.
A conferma di una situazione insostenibile, quello di quest’anno è il quarto episodio dal 2016. Lo sbiancamento di massa dei coralli riguarda addirittura il 91% dei banchi esaminati, secondo il rapporto citato dal Guardian Australia.
Sono questi dei dati davvero drammatici che confermano che il rischio di perdere per sempre inestimabili patrimoni sottomarini. Lo sbiancamento avvenuto è infatti uno dei più gravi, molto vicino al quadro nefasto del 2016.
La ricognizione dello stato dei coralli è avvenuta tramite il volo di elicotteri durante l’estate australe dal Dicembre 2021 al Marzo 2022. Ricordiamo che lo sbiancamento è un fenomeno che si verifica quando il corallo risulta sottoposto ad eccessivo stress per le temperature dell’oceano sopra la media.
Urgente agire per salvare un tale patrimonio
In questi casi, si verifica il fenomeno dell’espulsione di sostanze tossiche di un’alga fotosintetica che convive col corallo, che va conferire il colore anomalo al corallo. Quello che avviene quest’anno è l’ennesima dimostrazione dell’urgenza in merito al taglio delle emissioni di combustibili fossili.
La situazione appare ancora più grave alla luce del fatto che quest’anno non abbiamo nemmeno a che fare con il fenomeno di El Niño, che generalmente produce il riscaldamento anomalo delle acque ed aveva contribuito ai notevoli sbiancamenti registrati nel recente passato.
Prossimamente l’UNESCO deciderà se inserire la Grande Barriera Corallina nella lista dei siti del patrimonio mondiale considerati più a rischio, ma i presupposti ci sono tutti. La speranza è che possa servire per mettere in campo tutto quanto necessario per salvaguardare questo splendido ambiente naturale.