In questo periodo il Sole, dal quale il nostro pianeta trae gran parte della propria energia, sta attraversando un periodo piuttosto turbolento, caratterizzato da un’attività magnetica particolarmente intensa dovuta, così affermano gli studiosi, all’avvicinarsi del cosiddetto Massimo Solare, cioè il culmine del ciclo di undici anni che caratterizza la sua esistenza.
In pratica, dai primi giorni di Aprile, sulla superficie solare hanno luogo consistenti espulsioni di materiale dalla corona solare (lo strato più esterno della superficie del sole) causate dal verificarsi di esplosioni violentissime che lanciano nello spazio enormi bolle di plasma, costituito principalmente da protoni e da elettroni.
Il fenomeno, a dire il vero, non è per nulla raro; quello che sta generando qualche preoccupazione riguarda il grado attuale della sua energia (particolarmente elevato, a detta di chi ne monitora quotidianamente gli esiti).
Di solito, le particelle di plasma espulse dalla superficie solare, in seguito a esplosioni fortissime, prendono velocità, creando un vero e proprio flusso elettromagnetico, che viene definito “vento solare“; esso si dirige verso la Terra, provocando su di essa, nel momento stesso in cui la raggiunge, effetti di natura diversa.
Uno di questi fenomeni è molto conosciuto ed è estremamente spettacolare: quando particelle elettricamente cariche, provenienti dal sole e spinte dal vento solare, arrivano ad urtare il campo magnetico che circonda la crosta terrestre, interagiscono con gli atomi di vari gas presenti nella ionosfera e generano lo splendido effetto visivo della famosa “Aurora Boreale“.
Quello che sta accadendo in questi giorni, però, è qualcosa di diverso; spieghiamo perché.
La forza e l’intensità del vento solare, che sono i fattori riguardanti le cosiddette tempeste elettromagnetiche, variano costantemente e vengono classificate secondo una scala in G, dove G1 è la più bassa e G5 è la più alta.
La tempesta geomagnetica, arrivata a sorpresa sulla Terra lo scorso 10 aprile, è stata classificata come G3 (intensità media) e ha già provocato disturbi nelle comunicazioni radio e spettacolari aurore visibili anche a latitudini basse.
Quello che temono gli scienziati è che la tempesta possa aumentare d’intensità; in quel caso (come già successo alcune volte in passato) sia la rete elettrica mondiale che le connessioni internet potrebbero subire interruzioni e interferenze, con danni per l’intero pianeta proporzionali all’intensità del fenomeno.
Per adesso, pur con qualche disturbo, la tempesta geomagnetica in atto non ha provocato situazioni problematiche di sorta. La sua intensità è sotto il livello tale da causare danni e costantemente monitorata; si spera che il peggio possa essere scongiurato e che non si verifichino danni maggiori.