La stagione primaverile 2022 inizierà presto, quella meteorologica il 1° marzo, mentre quella astronomica tre settimane più tardi. Le proiezioni stagionali che si basano anche il con l’utilizzo degli indici di comportamento del clima, prospettano gli effetti della rottura di un ormai fortissimo Vortice Polare, il quale ha iniziato a dare segni di cedimento per l’eccessiva forza.
Un lembo del vortice ha indotto l’avvio delle correnti oceaniche su centro-nord Europa, dove si sono abbattute diverse tempeste, una di eccezionale intensità. Un altro lembo favorirà una nuova ondata di freddo nel Nord America. Un altro ancora nuove ulteriori violenze nevicate in Siberia, dove rammentiamo che la quantità di neve che media cade durante la stagione invernale esigua, mentre negli ultimi anni è aumentata di dieci volte circa.
Ma ecco la ciliegina sulla torta: La Nina che gli scorsi giorni era andata addirittura rinforzando la sua entità, nonostante le precedenti previsioni che la vedevano in graduale degrado. Tenderà a sparire molto rapidamente, e si dovrebbe presentare una situazione forse di E Nino entro l’estate. Nella fase intermedia dovremmo avere un periodo chiamato ibrido.
Il mix di questi elementi insieme ad altri ci porta ma tracciare le linee di tendenza meteo climatiche. Peraltro, siamo in attesa di capire che cosa succederà in Stratosfera, quale sarà l’influenza del rapido riscaldamento avrà nella Troposfera, al fine di comprendere se ci sarà e dove lo scatenarsi di ondate di gelo.
In merito a questo, l’anomalia di questo evento stavolta è dovuta al riscaldamento che avverrà anche nel settore europeo. Staremo a vedere che cosa succederà.
Ma le previsioni meteo del clima di una stagione non si basano sul tempo che farà in una o due settimane, bensì nel suo insieme e soprattutto su ampia scala.
Ormai gran parte della stagione invernale è alle nostre spalle, eppure buona parte delle irruzioni d’aria fredda si verificano in coincidenza di questo periodo. Ciò perché il Vortice Polare in questa fase tende ad andare in quello che viene detto split, scindendosi a volte in due per poi ricompattarsi.
Riguardo l’inverno 2021/22 presenta maggiori anomalie climatiche sull’Europa rispetto al Nord America, anche se pure nel continente americano la stagione è stata più mite rispetto alla media. Ma nell’insieme, l’anomalia positiva è stata ridotta dalle varie ondate di gelo che si sono avute in alcune aree.
In Europa, invece, le ondate di freddo sono state estremamente limitate e brevi, peraltro hanno interessato esclusivamente la Scandinavia e relativamente la Russia europea. Su quest’ultima la temperatura media di questo inverno è stata superiore alla media, con una notevole nevosità.
Complessivamente in Europa l’inverno è stato molto più mite rispetto alla media, e di questo ce ne siamo accorti un po’ tutti.
Questa anomalia che la porteremo avanti nel futuro, si tratta di un’eredità che potremmo pagare in primavera, con ripetute fasi di freddo fuori stagione. E soprattutto dal contrasto termico si potrebbero verificare fenomeni meteo intensi, non solo eventuali nevicate a bassa quota, ma anche temporali con grandine. Oltretutto anche la formazione di profonde aree di bassa pressione che rapidamente transiteranno in Europa in Italia, generando periodi molto ventosi e burrascosi.
La tendenza meteo climatica per la primavera europea vedrebbe il cedimento dell’anticiclone invernale, con l’avvio per un periodo abbastanza lungo di correnti oceaniche, disturbate a tratti da irruzioni di aria fredda.
Il rischio di avere una primavera più fredda rispetto alla media, però è esiguo. Innanzitutto, perché viviamo nel riscaldamento del Pianeta, e di questo non ci dobbiamo dimenticare. Recentemente sono state adeguate le medie climatiche di riferimento, e questa novità attenua le anomalie del clima con il passato, visto che rispetto agli anni ‘60-90, la temperatura media è aumentata sensibilmente, le nuove medie fanno riferimento al periodo 1980-2010.
Quindi, sarà necessario anche stare piuttosto cauti nel ridurre le considerazioni sulla gravità delle anomalie climatiche che avremo.
Piuttosto, sicuramente chi conosce la meteorologia avrà già visto le mappe di proiezione per la primavera. Queste sono eccessivamente esemplificative (ci riferiamo soprattutto quelle pubbliche), e viste così sono inaffidabili totalmente.
È per tal motivo che molti sostengono che le proiezioni stagionali non hanno valore alcuno. Ma questo perché tali modelli matematici sovente non hanno acquisito ulteriori informazioni che derivano degli indici di comportamento del clima, che peraltro sono anch’essi da prevedere, e suscettibili di variazioni. Inoltre, le mappe disponibili pubblicamente, tendono a confondere le idee, anche perché per avere una visione d’insieme, si fa un mix da varie fonti che utilizzano parametri e colori differenti. Insomma, è meglio che non le consultiate.
Prospettare la tendenza di una stagione non è affatto semplice, soprattutto quando si tratta di quelle di intermedie. Sono necessarie numerose informazioni, con dati da fonti che le distribuiscono in maniera uniforme.
Parlando di previsione, in Europa e anche in Italia dovremmo avere una primavera con discrete precipitazioni, non uniformemente distribuite. Nella prima parte con un elevato rischio di ondate di freddo, successivamente con l’influenza dell’alta pressione africana, che potrebbe ridurre le precipitazioni in area mediterranea.
Tuttavia, su questo ci sono altri elementi che farebbero ipotizzare invece il contrario, favorendo una buona piovosità nelle aree mediterranee colpite dalla siccità invernale.
Vi chiederete se ci saranno ondate di freddo estremo invernale tanto da avere la neve in pianura. Nessuno potrà rispondervi a questo punto, esemplare fu l’ondata di freddo che si ebbe nei primi giorni dell’aprile 2003, pensate che cadde la neve su tutto il versante adriatico. Si ebbero gelate diffuse in quasi tutta Italia. Ma poi, dalla fine di maggio, inizio un periodo estremamente caldo che piombò in Italia e in gran parte d’Europa, inatteso, alterando completamente il clima stagionale. Ma anche siglando l’inizio degli effetti dei cambiamenti climatici. Lasciando il segno, per intenderci.
Gli indici di comportamento del clima danno una traccia di quello che potrebbe succedere, ma ci sono delle novità che vengono chiamate riscaldamento globale, le quali costituiscono un poderoso disturbo all’evoluzione meteo che è ottenibile attraverso un mix di fonti.