Il 29, il 30 ed il 31 gennaio sono considerati, secondo un’antica tradizione, i più freddi dell’anno. Ma è davvero così? In questi stessi giorni di oltre vent’anni fa un’intensa ondata di gelo investì l’Italia. In quell’occasione il proverbio, risalente ad un’antica leggenda, venne pienamente rispettato.
Quest’anno lo scenario è completamente opposto, con l’Italia alle prese con clima nel complesso mite. In effetti le grandi ondate di freddo a fine gennaio sono divenute sempre meno frequenti. Il caso più celebre degli ultimi decenni di cui si ricorda è proprio quello della fine di gennaio del 1999.
Le premesse, allora, erano tutt’altro che favorevoli all’arrivo della neve: il mese di gennaio 1999 si presentò in gran parte stabile e soleggiato con periodi anche di tepore a causa di correnti calde che alimentarono un promontorio anticiclonico nord-africano.
Irruzione gelida arrivò all’improvviso
All’improvviso, verso fine mese cambiò davvero tutto in modo repentino, con il rallentamento del Vortice Polare! Una potente irruzione artico-continentale siberiana gelò una gran parte dell’Europa centro-orientale e meridionale, piombando con moto retrogrado fin sul cuore del Mediterraneo e sull’Italia.
La mappa sopra mostra le forti anomalie termiche negative in Europa fra il 30 gennaio ed il 2 febbraio, dalla quale possiamo notare la traiettoria della colata d’aria gelida con un ponte di collegamento diretto dalla Siberia all’Italia.
Il nucleo gelido diede infatti vita ad una ciclogenesi che durò anche per i primi giorni di febbraio, con nevicate diffuse e copiose al Centro-Sud e sulle Isole. La neve imbiancò quasi tutte le coste dell’Adriatico dalla Romagna alla Puglia, il litorale ionico.
Ben più eccezionali furono le nevicate all’estremo Sud e sulle due Isole Maggiori. La neve sfondò in taluni casi fin sulla costa anche sull’est della Sardegna e sul nord della Sicilia, facendo una breve comparsa persino a Palermo.