L’edilizia a zero emissioni è una realtà ogni giorno più concreta in Europa. In un’ottica di elevata efficienza energetica sono infatti molteplici le abitazioni erette in nome di una minor produzione di CO2. I primi prototipi di edifici a zero immissioni si registrano a partire dal 2019 nei Paesi scandinavi. Il progetto pilota Olav Vs Gate ad Oslo sta conducendo la città norvegese ad un risparmio del 99% sulle emissioni. Stiamo assistendo ad una vera e propria rivoluzione immobiliare, decarbonizzando il settore dell’edificazioni.
Si tratta di ripensare l’edilizia dalle sue fondamenta, utilizzando innanzitutto macchinari elettrici, non inquinanti e silenziosi. L’obiettivo da perseguire è di ridurre non solo l’inquinamento ambientale, ma anche quello acustico.
Il solo ambito delle costruzioni è responsabile, in effetti, dell’emissione globale del 10% dei gas serra. L’impatto di questa industria risulta ancora più marcato ed evidente se si considerano le emissioni di anidride carbonica dovute al consumo di energia. I cantieri a zero impatto ambientale sono possibili: con un maggiore investimento iniziale, dato dall’acquisto di macchinari elettrici e non a gasolio, è possibile risparmiare sul lungo periodo.
Ulteriori innovazioni di cui si avvale l’edilizia al fine di ridurre le emissioni sono infine l’elettrificazione, la digitalizzazione e soprattutto la costruzione modulare. Il segnale di cambiamento arrivato dalla Scandinavia sta guidando numerose imprese e Stati a modificare il proprio modo di realizzare infrastrutture, pianificando una concreta transizione.
Questo modello di sviluppo sostenibile, la tutela del suolo, la preservazione della biodiversità così come la già citata decarbonizzazione, sono appunto alcuni dei punti cardine del manifesto del Green building council,lanciato anche in Italia, per indirizzare il campo dell’edilizia verso il traguardo emissioni zero entro il 2050.