Un gruppo di sei astronauti, di cui una donna, sono in isolamento dallo scorso 4 ottobre nel cuore del deserto israeliano, sul cratere Ramon. La scelta di questa sede serve a testare quella che sarebbe a tutti gli effetti la vita sul Pianeta Rosso.
Questa zona si trova nel Negev, regione ritenuta ideale per simulare l’habitat che ci troverebbe sul Pianeta Rosso dove ci vive solo il 10% della popolazione israeliana. Le regioni settentrionali e occidentali del Negev sono costituite da una pianeggiante distesa ricoperta di polvere e in parte di löss.
L’esperimento è parte della missione AMADEE 20 (rinviata di un anno per la pandemia di Coronavirus), organizzata dall’Austrian Space Forum, in collaborazione con la Israel Space Agency e con la partecipazione dell’Agenzia Spaziale Europea.
I sei astronauti sono stati tagliati fuori dal mondo e rimarranno all’interno di una stazione che simula la vita marziana fino al prossimo 31 Ottobre. Durante questo periodo gli esploratori spaziali stanno vivendo con le loro tute spaziali, riproducendo in toto quello che avverrebbe come se stessero sul Pianeta Rosso.
Obiettivi della missione
I sensori attaccati alle loro tute permettono un accurato monitoraggio a distanza. E’ stato simulato anche il ritardo di 10 minuti nelle comunicazioni come accadrebbe su Marte, dove naturalmente non ci sono sistemi di comunicazione GPS o reti mobili come sulla Terra.
L’obiettivo di questa missione è di individuare tutte le falle e le possibili difficoltà che possano inevitabilmente sorgere stazionando su Marte. L’esperimento sarà prezioso in vista delle future missioni di esplorazione umana e robotica su Marte.
Replicare l’esistenza in condizioni più reali possibili diventa un’esigenza fondamentale prima di pensare allo sbarco sul Pianeta Rosso. Nonostante la speranza è di arrivare nell’arco di pochi anni a questo obiettivo, restano al momento ancora moltissimi ostacoli ad un volo umano verso Marte.