METEO dal caldo al freddo, in arrivo persino la NEVE su Alpi e Appennino

Imminente pieno autunno, con maltempo e nevicate che imbiancheranno le montagne. Vediamo tutti i dettagli

Una violenta perturbazione ha colpito l’Italia e si apre una fase meteo particolarmente movimentata, nella quale a tratti avremo la percezione di un clima da tardo autunno. L’Italia sarà infatti investita per diversi giorni da una circolazione d’aria fredda ed instabile dal Nord Europa.

Nevicate in arrivo non solo sulle Alpi

L’area ciclonica nord-atlantica, legata alla perturbazione, affonderà verso il Mediterraneo Centrale dove metterà radici, con il suo carico d’aria fredda. Avremo quindi maltempo a più riprese, con una serie di impulsi d’instabilità che causeranno frequenti precipitazioni.

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La caratteristica principale del meteo dei prossimi giorni sarà costituita dall’aria fredda da nord, fin troppo fredda per il periodo.  Ci sarà un generale calo termico, con queste correnti dapprima nord-atlantiche e poi baltico-scandinave che faranno scendere le temperature ben sotto media.

 

Ormai è certo che quindi l’autunno prenderà una piega totalmente diversa rispetto a quanto visto finora. Il raffreddamento, combinato all’instabilità, favorirà le prime nevicate stagionali in montagna, a quote anche significative per il periodo.

Le zone interessate dalle nevicate

La neve cadrà a partire dalle Alpi Centro-Orientali nel corso di mercoledì, con fiocchi che si spingeranno attorno ai 1800-2000 metri, ma a tratti fin verso i 1500 metri durante i rovesci più intensi a ridosso dei versanti di confine tra Alto Adige e Retiche. La prima neve d’autunno imbiancherà anche Livigno.

 

Oltre alle Alpi, anche l’Appennino avrà a che fare con le prime nevicate già dalla sera di mercoledì sulle vette emiliano-romagnole. Giovedì l’ulteriore raffreddamento determinerà un calo della quota neve verso i 1500-1600 metri sull’area romagnola, ma fiocchi arriveranno a 1800/2000 metri tra le Marche e l’Abruzzo.

 

Negli ultimi giorni della settimana l’area ciclonica resterà intrappolata sull’area del bacino centrale del Mediterraneo, alimentata in questo frangente da contributi d’aria fredda d’origine russa. Avremo una configurazione che, fossimo stati in inverno, avrebbe portato il grande gelo.


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