Quando si parla del rischio sismico, in genere si analizza l’area, si osservano mappe sulla sismicità. E vedendo quella italiana su un contesto europeo, l’immagine è poco rassicurante. Eppure, sismi e tsunami possono cagionare danni devastanti anche in aree dove il sottosuolo appare tranquillo.
In Italia il grande vulcani sottomarino Marsili costituisce un grave pericolo, prima o poi ci sarà un’eruzione che potrebbe essere devastante.
l Marsili è il vulcano sommerso più grande d’Europa e del Mediterraneo, si trova nel Tirreno tra Palermo e Napoli. È lungo circa 70 km, largo 30 e copre un’area di circa 2.100 km quadrati. Ma non è il solo, altri vulcani poco studiati potrebbero costituire un pericolo. Dalle ricerche (si veda INGV) emerge che il mostro sottomarino è ancora attivo, ovvero possiede il potenziale per una eventuale possibile eruzione. Se si verificasse un’eruzione esplosiva come avvenuto nel lontano passato, una parte del Marsili potrebbe collassare sul fondale del Mar Tirreno e generare uno tsunami che andrebbero a colpire, non solo le regioni tirreniche centro meridionali ed il nord della Sicilia, ma la tranquilla e asismica Sardegna.

Ma torniamo in Portogallo, a Lisbona, dove il 1° novembre 1755 avvenne ciò che ancora oggi, troverebbe impreparati tutti. L’area è dichiarata a rischio sismico soprattutto per tale evento, per il terremoto devastante che avvenne quel giorno.
Quel giorno, tre scosse di terremoto della durata infinita, fortissime, tanto che era impossibile stare in piedi, colpirono la allora ricca Lisbona. Le stime indicano che terremoti abbia avuto una Magnitudo Richter tra 8.5–8.7. Sono stime, poiché all’epoca non esistevano apparecchiature di registrazione. La scossa è stata devastò varie città del Marocco.
Lisbona fu rasa al suolo, e ciò che rimaneva in vita e in piedi fu colpito da un devastante maremoto, assai peggiore di quello che avvenne nel 1908 a Reggio Calabria e Messina. Il 30% degli abitanti della città furono uccisi dal sisma. Lisbona si scopriva una città a rischio sismico, la sua ricchezza sprofondò nell’Oceano, laddove ebbe origine la scossa.

Il 1° novembre 1755, il giorno del terremoto, era sorto come qualsiasi altro giorno di Ognissanti a Lisbona, città cattolica. I parrocchiani assistevano alla messa. Quando a circa 300 chilometri di distanza, in profondità sul fondo dell’oceano, le placche tettoniche dell’Africa, dell’Eurasia e dell’America si incontrano in un punto geologico avvenne qualcosa che fece storia.
L’Oceano Atlantico è tranquillo in quel tratto, ovviamente sismicamente parlando, ma quella mattina le placche sono scivolate e hanno rilasciato tanta energia quanto 32.000 bombe di Hiroshima. Tremori e onde hanno attraversato il Nord Atlantico, sollevando fiumi in Scozia e mietendo vittime fino al Brasile. Il peggior disastro fu riservato a Lisbona.
Intorno alle 9:30, i tremori tuonavano sotto la città, suonando all’unisono le numerose campane delle chiese di Lisbona. Alcune persone hanno ricordato un orribile rumore sotterraneo, proprio prima che il terreno iniziasse a tremare in uno sconvolgimento di sei minuti che accartocciò le cattedrali e seppellì i quartieri.
Nel giro di un’ora, uno tsunami di vari metri di altezza (stime indicano sino a 20 metri) raggiunse il lungomare di Lisbona, e uccise migliaia di persone che si erano radunate lì in cerca di sicurezza. Nel frattempo, centinaia di piccoli fuochi, diffusi da focolari rovesciati e candele votive, si stavano trasformando in quella che sarebbe diventata una tempesta di fuoco di cinque giorni. Quest’ultimo colpo fu il più distruttivo e rase al suolo ciò che restava del gioiello della corona portoghese.
Fu un’ecatombe. Fu il peggior terremoto da oltre 500 anni, e forse più avvenuto in suolo europeo.
L’estensione di questo terremoto fu la caratteristica più preoccupante. Fu duramente avvertito in tutto il Portogallo, mezza Spagna, Marocco. Ma la scossa fu percepita con un tremolio preoccupante anche in mezzo Mediterraneo e persino oltre Oceano, nelle Antille, e come scritto prima, si dice che raggiunse in qualche modo il Brasile.
Ad Algeri in Algeria, a Fez in Marocco, la scossa fu così violenta che crollarono migliaia di edifici. Un paese di ottomila abitanti, situato vicino Marrakech fu inghiottito dal terreno assieme a tutta la sua gente, animali e cose.
Un porto chiamato Setubal, a 30 km da Lisbona, s’inabissò. Fu inghiottito dalla terra con tutto il suo bestiame; poi il suolo si richiuse sugli sventurati. Il sisma fu avvertito anche dalle imbarcazioni anche in mare.
Il bilancio delle vittime è frutto di stime, c’è chi scrisse in 50 mila.
Ebbene, una catastrofe come questa è molto rara nella storia scritta della Terra. Ma sottolinea come condizioni potenzialmente a maggior rischio sismico e vulcanico, possano causare eventi devastanti, e l’Italia ne è dentro quasi tutta, ed in modo indiretto anche quelle regioni asismiche.