Un’ondata di caldo estremo, come le tante di quest’estate in alcune parti del Pianeta, ha colpito l’area dell’Artico Settentrionale, concentrandosi sulla Groenlandia. Le temperature si sono impennate su valori molto sopra la norma, accelerando il processo di fusione dei ghiacci su livelli quasi mai visti prima.

Le temperature eccessive hanno provocato il massiccio scioglimento dei ghiacci a un ritmo doppio di quello normale, secondo i dati raccolti dai ricercatori danesi. Sull’aeroporto di Nerlerit Inaat, nel nordest della Groenlandia, giovedì si è registrata la temperatura record di 23,4 gradi.
Di fatto la Groenlandia ha perso in un giorno più di 8,5 miliardi di tonnellate di massa superficiale martedì 27 luglio e 18,4 miliardi di tonnellate da domenica, secondo l’Istituto meteorologico danese. E’ andata peggio mercoledì 28, quando sono andati persi quasi 22 miliardi di tonnellate di ghiaccio in acqua dolce.
La quantità di ghiaccio che si è sciolto potrebbe coprire l’intera Florida (170mila chilometri quadrati) con 5 centimetri d’acqua. Oppure quasi tutta l’Italia del Nord e del Centro. Ciò indica una vera e propria crisi della superficie ghiacciata anche nelle sue parti più interne, meno esposte alle variazioni climatiche
Questa fusione giornaliera così esagerata porta l’ammontare di perdita di massa dall’inizio di giugno a quasi 100 miliardi di tonnellate, un valore molto alto, ma non record come quello del 2019 quando si persero in totale nella stagione 530 miliardi di tonnellate.
Per capire l’importanza di contenere lo scioglimento dei ghiacci della Groenlandia, è stato calcolato che il livello marino si innalzerebbe di quasi 7 metri se i ghiacciai della Groenlandia si sciogliessero del tutto. Sarebbe una catastrofe inimmaginabile.