
Il problema dell’approvvigionamento idrico di alcune zone del mondo è decisamente importante e viene trattato da tutti i principali esperti del settore utilizzando gli approcci più moderni e innovativi.
A volte, tuttavia, la chiave di lettura può provenire invece dal passato, poiché numerosi sono stati i popoli che con le loro intuizioni si sono attrezzati per la salvaguardia dell’acqua sul nostro Pianeta.
Per questo di recente sono stati messi a punti degli studi nelle Ande, in Sud America, nota per le sue precipitazioni periodiche e per le strategie utilizzate dagli abitanti nel corso dei secoli per reperire l’acqua.
Alcune delle loro scoperte sono tutt’oggi un valido aiuto agli scienziati, che si servono di conoscenze del sottosuolo davvero antiche ma ancora valide.
Il Perù in particolare è una delle zone che soffre di maggiore incertezza sotto questo punto di vista e per tale motivo si è pensato di affidarsi allo slow water, utilizzando l’acqua che scorre dalle numerose montagne.
La stima che è stato possibile fare prevede che 1,5 miliardi di persone potrebbe tra 30 anni beneficiare di questa soluzione, consentendo di combattere il cambiamento climatico e implementare le modalità che già nei prossimi anni non saranno più sufficienti.
Per questo già da diverso tempo il governo ha promosso una serie di leggi volte al passato, che prevedono la salvaguardia delle zone umide del territorio e l’introduzione di pascoli a rotazione per proteggere le praterie e gli ecosistemi.
Lo scopo è quello di non velocizzare il flusso dell’acqua e soprattutto costringerla ad affluire ad una zona delimitata, ma lasciare che sia il suo naturale fluire a guidarla ovunque sia direzionata. È possibile affermare che non è più quindi la risorsa ad essere alle dipendenze dell’uomo, ma il contrario, il quale deve essere in grado di rispettarne i ritmi per riuscire ad utilizzarla in maniera soddisfacente per tutti senza però sfruttarla fino al limite consentito.
Il lavoro della slow water non è di tipo standard o globale, ma prevede un approccio differente che tiene conto del diverso paesaggio nel quale si decide di agire, elaborando di volta in volta la modalità ritenuta migliore nel caso specifico.
La riscoperta delle esigenze dell’ambiente è fondamentale per evitare di ritrovarsi in futuro con una situazione del tutto fuori controllo, dove intere aree non avranno il giusto approvvigionamento idrico e soffriranno di siccità, con tutte le conseguenze che ne derivano.
Molti sono stati gli enti che si sono interessati a questo genere di soluzione, come ad esempio le Nazioni Unite o la Banca Mondiale, che hanno ritenuto opportuno ascoltare il parere degli scienziati del settore per capire se questa potesse essere una strada realmente percorribile nel breve e lungo termine.
Si tratta di processi che ricordano quelli relativi all’introduzione dell’energia eolica e solare, che piano piano sono state sempre più integrate all’interno della società e attualmente vengono utilizzate da una fetta più ampia della popolazione.
Il susseguirsi di ben cinque diversi governi certamente non ha agevolato il Perù all’interno di questo processo, che però attualmente viene comunque portato avanti da tutta una squadra di esperti che crede nella validità del progetto e nell’efficacia del lavoro fino a questo momento svolto, che ha portato ottimi risultati su più livelli.