
Secondo quanto affermato in un articolo del 18 febbraio 2021 sulla rivista scientifica Cell, i ricercatori del Wellcome Sanger Institute e dell’Istituto Europeo di Bioinformatica, attraverso il metodo “metagenomico”, hanno identificato oltre 140 mila specie di virus nell’intestino umano, la metà delle quali erano finora sconosciute. L’analisi è stata eseguita prendendo come campioni persone per lo più sane provenienti da 28 nazioni diverse in tutti e sei i continenti.
Caratteristiche dell’intestino umano
L’intestino umano è caratterizzato da una straordinaria biodiversità, in esso è presente una vasta popolazione batterica, virale e micetica, raggruppata nel termine comune “microbiota umano”. L’equilibrio intestinale può rompersi causando allergie, intolleranze, obesità e altre malattie infiammatorie.
Conoscere quindi al meglio il funzionamento del nostro organismo permette agli scienziati di poter anche trovare altre spiegazioni e cure alle patologie di cui si può soffrire. Recentemente, ad esempio, si stanno sviluppando le “phage therapies”, cioè terapie che utilizzano i virus batteriofagi presenti nell’intestino geneticamente modificati per curare infezioni batteriche attraverso l’assimilazione del solo patogeno d’interesse.
Gut Phage Database (GPD)
I nuovi dati raccolti in merito alle migliaia di virus sconosciuti presenti all’interno del nostro intestino vanno ad arricchire il Gut Phage Database (GPD), utile per lo studio legato alle modalità con cui i virus influiscono sulla salute umana. La parola virus spaventa soprattutto visto il periodo pandemico che stiamo attraversando, ma, come affermano i ricercatori, non tutti i virus sono pericolosi, essi sono infatti stati trovati anche all’interno dell’intestino di persone sane e, come già detto, possono addirittura essere utilizzati per curare.
Cluster virali e campioni di microbiomi
I virus presenti nell’intestino vengono comunemente classificati in cluster in base alle loro caratteristiche ed al loro funzionamento. La ricerca ha evidenziato la presenza di un nuovo cluster virale, denominato “virus Gubafagi”. Essi sono il secondo gruppo di virus più numeroso nella flora intestinale dopo i Crassagi, scoperti nel 2014. Entrambi sembrano essere prevalenti nell’intestino di persone che si trovano in luoghi simili del mondo e condividono un’alimentazione simile.
Da un’analisi generale dei microbiomi si evidenzia una differenza netta di cluster virali presenti tra i campioni provenienti dai blocchi nordamericano ed eurasiatico e quelli provenienti da Sudamerica ed Africa.
I microbiomi della zona oceanica condividono invece sia elementi dell’uno che dell’altro. Ad ogni modo circa il 90% di identità genomica è presente in tutti i microbiomi e quasi tutti sono composti di DNA, ciò quindi apre la strada verso la ricerca di nuove cure a livello globale.
Il Dr Alexandre Almeida, uno degli autori della ricerca, riassume in tal modo l’importanza di questo nuovo studio che ha portato all’identificazione di migliaia di nuovi virus nell’intestino umano: non tutti i virus sono pericolosi. Al contrario rappresentano tasselli fondamentali dell’ecosistema della nostra flora intestinale.
La stragrande maggioranza dei virus che abbiamo identificato posseggono un genoma fatto di DNA, e sono quindi diversi dai virus patogeni pericolosi per l’uomo che tutti conoscono e che sono composti invece di RNA.
Zika, SARS-Cov2 ed altri famosi patogeni fanno parte di questa categoria. Seconda cosa, altrettanto importante, i microbiomi che abbiamo analizzato e sequenziato provengono da soggetti sani, che non hanno malattie infettive o genetiche specifiche. Ed è quindi molto affascinante studiare come questa grande quantità di virus sia importante per l’equilibrio del microbioma e la nostra salute.