Nonostante il potentissimo anticiclone di matrice subtropicale che avvolge l’Italia, il meteo stabile non è garantito su tutta Italia. Basta davvero una piccola scintilla, rappresentata da locali interferenze d’aria fresca in quota, per scatenare il finimondo.
Stiamo facendo riferimento agli improvvisi temporali di calore, che localmente riescono a generarsi nonostante l’atmosfera stabile. L’eccesso di caldo e soprattutto umido a ridosso del suolo accentua non poco i contrasti che si creano con eventuali lievi sbuffi d’aria fresca in quota.
La massa d’aria caldo umida che si va accumulando nei bassi strati rappresenta quella benzina pronta ad essere utilizzata dal temporale a scala locale, capace così di accrescersi e dar luogo a fenomeni intensi o locali nubifragi accompagnati da grandine.
Queste esplosioni temporalesche si manifestano con maggiore facilità sul Nord Italia ed in particolare sulle Alpi che fungono da trampolino di lancio per la costruzione del temporale, una volta che salta il tappo e l’aria caldo umida dei bassi strati funge da combustibile per lo sviluppo degli improvvisi cumulonembi.
Uno di questi temporali ha colpito le Alpi Orientali nella serata del 29 luglio, investendo in pieno le montagne attorno ad Auronzo di Cadore. Il fortissimo nubifragio ha investito Auronzo, Danta e Santo Stefano, portando l’esondazione di torrenti.
Molti i danni per gli allagamenti anche dentro le case, diverse le persone soccorse. Altri temporali, con grandine, hanno flagellato nella notte scorsa il Trentino Occidentale, portando all’esondazione del rio Taviela in Val di Pejo, dove è stata spazzata via la strada.
Come già evidenziato, si tratta di episodi temporaleschi localizzati, in attesa del peggioramento ben più corposo che entrerà nel vivo da domenica sul Nord Italia, con fenomeni ben più diffusi ed organizzati. Tutto l’accumulo di calore potrà risultare fondamentale nell’enfatizzare l’instabilità.