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Spopolamento degli oceani: il calore spinge le specie verso i poli

La temperatura degli oceani aumenta, cambiando la distribuzione geografica degli organismi marini, che migrano verso un nuovo habitat.

Rita Abis di Rita Abis
17 Giu 2020 - 16:00
in Ambiente
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Riscaldamento globale: uno dei più insidiosi problemi del mondo, causati per la maggiorparte delle situazioni dall’uomo.

In questo caso parliamo specificamente di riscaldamento degli oceani, ovvero dell’aumento della temperatura marina.
Questa variazione, porta dei cambiamenti molto drastici negli organismi marini dell’equatore, che li spinge sempre di più verso le alte latitudini.

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Popolazione marina, Credits iStockPhoto

Tali conclusioni arrivano da uno studio di Martin Genner, dall’Università di Bristol, che ha pubblicato sul Current Biology.

Lo studio nasce da alcune semplici considerazioni sull’ecologia marina e sul possibile impatto dell’aumento delle temperature globali.

 

Ogni specie marina occupa un proprio areale che si estende su diverse latitudini: l’ipotesi iniziale dei ricercatori era che ogni specie potesse trovare condizioni più vantaggiose nella porzione più vicina al polo e meno sul versante in prossimità all’equatore, ovvero spostandosi verso le alte latitudini.

 

Il team di ricercatori ha esaminato tutti i database disponibili sull’abbondanza delle specie compilati nell’arco di un secolo, e l’analisi statistica ha mostrato che l’effetto era ancora più marcato di quello atteso inizialmente.

“La sorpresa più grande è stata constatare quanto fosse pervasivo l’effetto del riscaldamento climatico: abbiamo trovato la stessa tendenza per tutti i gruppi di organismi marini che abbiamo considerato”, sottolinea Genner.


“Chiaramente – continua – sono emerse anche differenze da specie a specie: alcune, come il pinguino imperatore, sono diventate meno abbondanti via via che l’acqua si è fatta troppo calda verso l’equatore, mentre alcuni pesci come la spigola trovano un habitat molto favorevole sul bordo del loro areale, rivolto verso i poli, dove storicamente non erano diffuse”.

 

Basandosi su questi risultati, i ricercatori sostengono che il processo di spostamento verso i poli è ancora adesso in corso, e prevedono continuerà nei prossimi decenni se entro il 2050 si verificherà l’aumento di 1,5°C della temperatura media dei mari, rispetto ai livelli preindustriali previsti dai modelli climatici.

L’impatto di questi spostamenti, potrebbe essere molto importante per le attività costiere di sfruttamento delle risorse marine. “Alcune forme di vita marina possono trarre beneficio dal riscaldamento dell’oceano, ma dovremo aspettarci in futuro anche un continuo depauperamento delle popolazioni”, spiega Genner, e conclude “Ora il nostro obiettivo è comprendere in dettaglio in che modo l’aumento della temperatura marina possa essere il motore delle variazioni dell’abbondanza delle popolazioni di organismi marini: si tratta prevalentemente dei limiti fisiologici delle specie oppure ha a che fare con i cambiamenti delle specie con cui interagiscono? A questo, cercheremo di dare una risposta”.

Tags: ambienteanfibiaumento delle temperaturebiologiacambiamenti climaticiclimaequatoreevoluzioneglobal warminginquinamentomammiferimareoceanoriscaldamento globaleriscaldamento temperatura marinaspecie marine
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Rita Abis

Redattore in ambito scientifico. Si specializza in varie tematiche che riguardano la scienza, adattando i testi alla divulgazione per il grande pubblico.

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