Diverse indagini scientifiche hanno stabilito una correlazione tra la diffusione del Covid-19 e l’andamento climatico. C’è in particolare grande dibattito in riferimento al caldo, che potrebbe essere un alleato prezioso nell’attenuare l’epidemia.
Si guarda con una certa speranza all’aumento delle temperature stagionale, perché anche i virus hanno un loro adattamento migliore a determinati climi. Come altri virus, anche il virus Sars-CoV-2 sembra preferire il freddo secco. D’altronde le aree finora più colpite dal virus sono quelle dell’Emisfero Settentrionale.
Non vi è però solo il caldo che potrebbe venirci in soccorso nei prossimi mesi, ma anche la radiazione ultravioletta più forte che caratterizza il periodo da maggio ad agosto. I raggi UV, tanto temuti per i rischi di esposizione della nostra pelle, potrebbero essere nemici del coronavirus.
I raggi UV, pur rappresentando l’energia più piccola che arriva dal sole, hanno la capacità di penetrare in profondità nei tessuti degli esseri viventi. Nel caso dei virus, i raggi UV riescono a danneggiarli tanto da attenuarne la carica virale e la capacità di autoreplicazione.
Oltre al caldo, anche l’intensità dei raggi solari contribuisce quindi a rendere i virus più innocui. La capacità della radiazione ultravioletta di sterilizzare un ambiente contaminato da virus o batteri è nota da almeno due secoli.
Basti pensare che in Cina si sono disinfettati gli autobus con una tecnologia all’avanguardia, proprio attraverso la luce dei raggi UV, comandando la pulizia da remoto. Il vantaggio di questo è la maggiore efficienza, visto che ucciderebbe più del 99,9% dei virus.
Vediamo quindi se l’arrivo dell’estate attenuerà la pandemia in Italia. Ricordiamo che stiamo parlando di un virus nuovo di cui si conosce ancora poco, ma in genere sia il caldo che i raggi solari inibiscono la diffusione di questi agenti patogeni. Non a caso, la circolazione dei virus influenzali in estate è ridotta al minimo.