Ormai tutto il mondo è in ginocchio e continua la lotta contro la pandemia di Covid-19. Forse l’unico aspetto positivo di questa pandemia riguarda il clima e l’ambiente: come abbiamo avuto modo di evidenziare, il calo delle emissioni inquinanti nelle aree colpite ha portato aria più pulita.
I livelli di anidride carbonica (CO2) in atmosfera, uno dei principali gas serra, mostrano una frenata significativa. Probabilmente non è un caso, ma è conseguenza del Coronavirus che ha portato un rallentamento del settore industriale in Cina e poi in diversi altri paesi, compresa l’Europa e gli Stati Uniti.
I gas a effetto serra intrappolano il calore del Sole nell’atmosfera terrestre, aumentando le temperature globali man mano che il calore intrappolato si accumula. Per trovare tanta concentrazione d’anidride carbonica bisogna tornare indietro addirittura ad un periodo dai 3 ai 5 milioni di anni.
Sembrano quindi iniziare a mostrarsi i primi potenziali effetti anche a livello globale. Solo lo scorso autunno evidenziavamo i nuovi record di massimi livelli di CO2 in atmosfera, un appuntamento ormai immancabile anno dopo anno.
I livelli globali di CO2 vengono monitorati in diverse stazioni in tutto il mondo e anche da satelliti. I più comunemente usati sono i dati dell’osservatorio di Mauna Loa. Questo livello sale di anno in anno, anche se segue un ciclo stagionale.
In questi primi mesi del 2020 stiamo osservando un’evoluzione particolare, poiché i livelli di CO2 stanno attualmente aumentando a un ritmo molto più lento del previsto. Questo rallentamento si sarebbe concentrato proprio nell’ultimo periodo.
La riduzione dell’aumento di CO2 coincide con la diffusione del COVID-19 in tutto il mondo e probabilmente non è una semplice coincidenza. La maggior parte dei casi è finora nell’emisfero settentrionale, che è quello che ha anche maggiore impatto sulle fluttuazioni dell’anidride carbonica.
Le emissioni globali di CO2 fossile potrebbero diminuire tra lo 0,2 e l’1,2% quest’anno a causa di Covid-19, sulla base delle attuali previsioni sulla crescita economica. Non sarebbe la prima volta che una crisi globale ha temporaneamente bloccato l’aumento di CO2.
Una delle contromisure più comuni per limitare la diffusione del virus è la quarantena, l’autoisolamento e in qualche caso il blocco completo del paese. Ciò ha un impatto sull’industria e sui trasporti, che sono una delle fonti principali che genera emissioni d’anidride carbonica, oltre che altri inquinanti e polveri sottili.
Se a questo si aggiunge il fatto che, secondo alcune prime ricerche sperimentali, l’inquinamento si comporta da alleato del virus, la questione ambientale nella lotta contro i cambiamenti climatici diventerà di fondamentale importanza ed andrà affrontata con forza in futuro.
Non appena cesserà l’emergenza della pandemia, il tema dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici dovrà ancora più urgentemente salire nelle priorità dell’agenda delle grandi potenze mondiali, a conferma che nulla sarà più come prima, compresi i nostri stili di vita.