Il ghiaccio marino artico ha raggiunto la massima estensione all’inizio di marzo, significa che la stagione di fusione è iniziata in quanto il progressivo riscaldamento allungamento del giorno sta determinando anche un riscaldamento delle regioni polari.
E’ bene ricordare, ne avevamo già parlato, che quest’anno l’estensione massima del ghiaccio marino è stata la più significativa degli ultimi 7 anni.
Ecco la dichiarazione ufficiale del NSIDC: “Il 5 marzo 2020, il ghiaccio marino artico ha probabilmente raggiunto la sua massima estensione annuale, pari a 15,05 milioni di chilometri quadrati (5,81 milioni di miglia quadrate), l’undicesimo dato satellitare più basso in 42 anni. L’estensione massima annuale è di 590.000 chilometri quadrati (228.000 miglia quadrate) al di sotto della media del 1981-2010. Prima del 2020, le quattro estensioni massime più basse si sono verificate tutte durante il periodo 2015-2018. ”
I dati del NSIDC relativi al 2020, raffrontati con la media decadale 2001-2010 e 2011-2019, ci dicono che quest’anno abbiamo stazionato al di sopra della media degli ultimi 9 anni e in prossimità della media del decennio precedente. Notevole la differenza tra i decenni precedenti e la fusione di ghiaccio negli ultimi 10 anni. Un’altra considerazione che si può fare analizzando i dati è che negli ultimi giorni è iniziata una fusione estremamente rapida.
L’attuale tasso di fusione è piuttosto intenso, tra i più veloci mai registrati in questo periodo dell’anno. Il grafico di Zack Labe mostra le variazioni in estensione del ghiaccio marino. Il primo grafico mostra la variazione cumulativa nel tempo, mentre il secondo grafico mostra l’effettiva variazione nell’estensione del ghiaccio marino giornaliero, rivelando una rapida transizione dalla fase di crescita a quella di fusione.