Siamo tutti a casa, ma si fa per dire, in quanto vari servizi indispensabili funziona e si esce per lavoro, così anche chi deve subire delle cure. Però gran parte degli italiani sono a casa da settimane. Ma lo sono anche ormai in gran parte del Mondo, le stime indicano che TRE MILIARDI di persone sono interessate dalla QUARANTENA quale misura per contrastare la PANDEMIA di COVID-19.
In questi giorni si susseguono notizie sull’evoluzione della PANDEMIA. Alcune di queste pongono speranza con la riduzione dei contagi quando giungerà il caldo estivo. Ma a quanto risulta, non tutti gli esperti sono d’accordo che il caldo rallenterà o fermerà l’epidemia. Alcuni studi sostengono che la diffusione del virus sia più frequente con temperature medie tra i 3°C ed i 17°C.
Da semplici cittadini ci chiediamo però come mai l’India, dove le temperature sono altissime, ormai tipiche delle ondate di calore estive europee ed italiane, siano in emergenza sanitaria. Da quelle parti la temperatura diurna sale fin sino e oltre i 40°C.
Eppure c’è emergenza sanitaria, anche se i casi accertati sono inferiori rispetto all’Italia, ma è probabile che i benedetti tamponi vengano eseguiti assai meno che da noi.
Come dicono gli scienziati da tempo, fare confronti non è sempre corretto, in quanto ciascuno Stato, ed in Italia persino ciascuna regione, hanno attuato protocolli diversi per eseguire i tamponi.
Insomma, se il caldo estivo sarà un deterrente per attenuare l’emergenza PANDEMIA, come mai in India, ma anche in Paesi caldi come la Florida, la situazione non è affatto tranquillizzante.
In Florida, dove la sanità offre maggiori servizi al cittadino, la temperatura diurna raggiunge i 30°C. Eppure c’è l’epidemia, nonostante però sino a qualche giorno fa non furono attivate misure di contenimento ferree come altri Paesi e gli stessi Stati Uniti.
Orbene, ci auguriamo che il caldo ci crei un passepartout fino a quando non sarà trovato un efficace vaccino. Ma sarà così?